Interviste

Colloquio con Luigi Fabio Del Corona

I noli scorsoi che strangolano il mercato

di Marco Casale

«La situazione è estremamente difficile. Non abbiamo mai vissuto una esperienza così critica come quella attuale, soprattutto sotto il profilo gestionale e lavorativo». A parlare è Luigi Fabio Del Corona, presidente della nota casa di spedizione livornese, Del Corona e Scardigli.

I noli marittimi alle stelle, la carenza di equipment e le scelte dei big carrier di concentrare i container vuoti lungo poche tratte particolarmente remunerative (come quella tra la Cina e la West Coast Usa), rappresentano alcuni dei tanti mutamenti in atto.

«I grandi armatori hanno saputo reagire alla crisi pandemica e alla diminuita domanda di trasporto ricorrendo ai blank sailing, cancellando cioè le partenze settimanali schedulate e riducendo artificialmente la disponibilità di stiva. Tutto questo, come noto, ha fatto sì che i noli si siano mantenuti a livelli alti per tutto il periodo di lockdown».

La ripresa dei consumi, innescata dall’allentamento di buona parte delle misure restrittive, ha poi creato un altro shock. «Il boom dell’e-commerce, e degli acquisti fatti comodamente da casa, ha inondato i porti di ogni tipo di ordine, soprattutto quelli americani, che si sono trovati a rischio congestione».

La forte domanda americana di prodotti di importazione ha portato alla crisi gestionale degli scali portuali a stelle e strisce. E alla carenza di container in Cina. Per sopperire a questa mancanza, molti vettori hanno preferito sospendere le ordinazioni di export dagli Stati Uniti, preferendo concentrare i container vuoti disponibili nei viaggi di ritorno verso l’Asia.

«La crisi del container ha contribuito ad alzare ancora di più i noli – afferma Del Corona – il nolo è aumentato di circa 2000 dollari nel trade transpacifico e transatlantico Asia/USA. Sulla tratta New York/Shanghai il nolo ha superato i cinquemila dollari. La remuneratività di questi trade ha spinto i liner a convogliare tutti i container vuoti in Cina per godere delle ampie marginalità del nolo».

Se questa è la situazione, non stupisce dunque che alcuni logistic provider abbiano voluto improvvisarsi armatori. E’ ciò che ha fatto DSV Panalpina. La società ha noleggiato tre navi multipurpose inaugurando una propria linea dalla Danimarca alla Cina: «Quella di DSV – ha rimarcato Del Corona – è stata sicuramente una scelta provocatoria motivata, forse, dalla necessità di attirare l’attenzione delle Istituzioni. La compagnia ha voluto dimostrare che oggi i noli sono oggi troppo alti. I costi operativi sono insostenibili e uno spedizioniere riesce addirittura a trovare più conveniente noleggiare piccole navi da 650 TEU di capacità».

La verità è che la situazione rischia di diventare insostenibile: «Il nostro gruppo sta rispondendo proattivamente alla situazione di crisi in atto grazie a una attenta politica di customer care ma è indubbio che stiamo incontrando difficoltà mai sperimentate in precedenza. Trovare spazi liberi a bordo di una nave è oggi una impresa ardua. Non ci sono ricette miracolose. L’unica cosa che possiamo cercare di fare è lavorare assieme ai nostri clienti per trovare soluzioni condivise».

Del Corona rivolge un appello alle Autorità di vigilanza internazionali e comunitarie: «I noli marittimi troppo alti stanno uccidendo le correnti di traffico che oggi risultano inidonee a sostenere tali incrementi. Occorrono, quanto prima, interventi correttivi da parte delle istituzioni competenti per regolare il traffico marittimo. Non ci sono alternative: la luce in fondo al tunnel è ancora lontana».

 

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