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Analisi di Sea Intelligence

I traffici back haul sempre meno remunerativi

di Redazione Port News

Ad Agosto del 2024 il coefficiente di utilizzo dei traffici back-haul è sceso per la prima volta al di sotto del 40%. Lo certifica Sea Intelligence nel suo ultimo report.

La società di analisi evidenzia come in un dato traffico vi sia un evidente squilibrio commerciale tra la tratta di andata e quella di ritorno. Quest’ultima viene sempre utilizzata meno rispetto a quella di andata, dove si ipotizza che le navi viaggino piene al 100%. Ciò significa che nel back-haul i volumi di carico sono sempre inferiori.

Ebbene, nel periodo post-pandemico questo squilibrio è andato assai peggiorando, scendendo di dieci punti percentuali rispetto alla situazione in era Covid.

L’analisi dei TEU movimentati in rapporto alle miglia percorse mette in luce come la back-haul utilization sia scesa al di sotto del 40% per tre mesi consecutivi, arrivando ad agosto al 36,6%.

“È molto chiaro che gli squilibri commerciali, da una prospettiva globale, sono notevolmente peggiorati da prima della pandemia. Ciò è particolarmente vero per i cinque maggiori traffici in termini di volumi spediti, che hanno tutti registrato un significativo peggioramento dello squilibrio commerciale rispetto alla situazione pre-pandemia” afferma il ceo di Sea Int, Alan Murphy.

“Ciò significa due cose: o che o i traffici back-haul dovranno “pagare” sempre di più per il riposizionamento dei container vuoti, oppure che gli spedizionieri dovranno pagare noli più alti perché ci sono sempre meno container paganti per il backhaul, come quota dello spazio nella nave”.

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