Il 41,1% della flotta mondiale di portacontainer è ora dotata di scrubber.
Lo rivela Alphaliner nel suo ultimo report, segnalando come all’inizio di settembre fossero ben 1353 le navi dotate di sistemi di pulizia dei gas di scarico dei motori, per una capacità complessiva di 12,4 milioni di TEU.
L’aumento delle portacontainer scrubber-fitted arriva nonostante la promessa di una nuova generazione di navi in grado di funzionare con carburanti verdi alternativi. Nel 2024 c’è stata poi una accelerazione nella consegna di queste navi.
Alla fine dell’anno scorso, gli scrubber risultavano installati sul 36% della flotta, il 4% in più rispetto al 32% di dodici mesi prima. Ci sono poi voluti soltanto otto mesi per ottenere un aumento ben più consistente di quello fatto registrare nell’intero 2023.
La maggiore diffusione della tecnologica degli scrubber coincide con il recente miglioramento dello spread tra il prezzo del carburante tradizionale e quello a basso contenuto di zolfo. Il delta tra le due tipologie di carburante si è mantenuto quest’anno su una media di 91 dollari per tonnellata. Nel 2023 la media si era invece attestata sui 101 dollari a tonnellata.
Alphaliner sottolinea però una inversione di tendenza a partire dal mese di agosto: lo spread ha raggiunto oggi i valori massimi da quattro mesi a questa parte, toccando i 110 dollari alla fine del mese.
Second0 la consultancy firm, si tratta di livelli favorevoli per i proprietari delle navi dotate di scrubber, anche in virtù dell’aumento delle distanze medie di navigazione nelle rotte est-ovest.
La necessità di passare dal Capo di Buona Speranza, e di allungare il tragitto rispetto ai transiti da Suez, ha portato ad un aumento delle miglia percorse e ad un maggior consumo di carburante. Con uno spread tra HSFO e LSFO che si aggira sopra i 100 dollari a tonnellate, risulta quindi più conveniente far viaggiare le navi alimentate con i carburanti tradizionali.
