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Negoziazioni long-term, caricatori al comando

Il coltello dalla parte del manico

di Redazione

L’andamento degli importi medi per i contratti di trasporto container via mare di lungo periodo certifica ormai la situazione di difficoltà che stanno vivendo le compagnie di navigazione. L’inflazione lenta a calare, i contrasti con la Cina, la Guerra in Ucraina, i rischi di recessione negli USA come in Europa, sono tutti fattori che stanno impattando profondamente sulla tenuta degli scambi commerciali, deprimendo la domanda di mercato.

Nelle ultime negoziazioni, le quotazioni delle tariffe del trasporto di container fissate nei contratti di lungo periodo si sono di fatto riassestate su livelli molto più bassi rispetto a quelli precedenti, arrivando in taluni casi ad essere più convenienti rispetto ai prezzi del mercato spot.

E’ la conferma di una tendenza che era già stata anticipata ad Aprile: nella nuova tornata di intese, gli spedizionieri (e i caricatori) hanno di fatto assunto una posizione di forza, riuscendo a strappare alle proprie controparti armatoriali ribassi assai significativi.

A fotografare la situazione di mercato è la società di analisi norvegese Xeneta: dopo due mesi, Febbraio e Marzo, di sostanziale stabilità, e dopo il calo di Aprile (-10,6% su base mensile), a Maggio il valore medio dei contratti è calato del 27,5% rispetto al mese precedente. L’indice globale XSI ha toccato quota 224 punti: si tratta del calo mensile peggiore di sempre e del peggior dato da Ottobre 2021.

“La flessione del mercato può essere attribuita alla scadenza dei contratti annuali in essere negli Stati Uniti” afferma il ceo di Xeneta, Patrick Berglund, sottolineando come i nuovi accordi tariffari subentrati a quelli scaduti riflettano oggi le attuali condizioni di mercato, con valori sicuramente peggiorativi rispetto a quelli di 12 mesi fa.

Le comparazioni su base annuale restituiscono del pari un quadro piuttosto preoccupante per i big carrier. L’XSI globale di Maggio 2023 risulta infatti inferiore del 42% rispetto ai valori dello stesso mese dell’anno precedente.

“Il crollo dei tassi a lungo termine sarà particolarmente doloroso per i vettori” aggiunge Berglund. “Molti di loro hanno sino ad oggi fatto affidamento sui contratti a lungo termine per compensare il calo continuo dei tassi nel mercato spot e oggi si trovano sovraesposti alle fluttuazioni di mercato”.

Scompaginando le tariffe regione per regione, Xeneta riporta come in Europa si sia osservata una diminuzione mese su mese dell’11% dei valori dei contratti per l’import. L’indice XSI di Xeneta, attestatosi a quota 232 punti, è crollato del 32,6% dall’inizio del 2023. Su base annuale, le tariffe nell’import sono calate del 38,8%.

Nell’export, le tariffe sono scese del 15,9% rispetto ad Aprile. “Gli scambi sottostanti all’indice delle esportazioni europee indicano che quelli verso gli Stati Uniti sono diminuiti in modo sostanziale” affermano gli analisti, facendo osservare come a livello generale le spedizioni marittime da e per l’Europa siano state le prime a far registrare un sostanziale allineamento tra i tassi long-term e quelli spot.

Gli ultimi contratti a lungo termine firmati ad esempio nell’ambito dei servizi di collegamento tra Estremo Oriente e Mediterraneo hanno valori tariffari addirittura inferiori a quelli presenti sul mercato spot (c’è un gap di 250 dollari a FEU). Nell’ambito di questa rotta, negli ultimi tre mesi le tariffe long term sono calate del 28% a fronte di un calo delle tariffe spot del 14%.

Guardando ad Oriente, si nota come il valore dei contratti di lungo periodo si sia ridotto di più della metà rispetto Novembre-Dicembre 2022. Il sotto-indice delle esportazioni asiatiche mostra valori tariffari inferiori del 58,5% rispetto a quelli di Maggio 2022.

In import i costi sono in diminuzione del 6,9% rispetto ad Aprile. Il valore dei contratti è calato del 28,6% su base annuale.

Il valore medio dei contratti per l’importazione di container negli Usa è il principale responsabile del crollo dell’indice globale XSI. Il sotto indice riferito alle importazioni è infatti precipitato dai 451,5 di Aprile ai 268 punti di Maggio, facendo registrare un calo del 40,6% su base mensile. Rispetto ai picchi registrati ad Ottobre 2022, quando l’XSI Index aveva toccato i 590.9 punti, i valori tariffati sono scesi del 54,6%.

Rispetto a un anno fa, il valore medio dei long-term contratct siglati per i servizi di collegamento tra il Far East e la West Coast statunitense è crollato del 76%.

L’XSI per le esportazioni statunitensi si distingue per essere l’unico sotto indice ad aver fatto registrare una crescita su base mensile: +5,1%, a 152,8 punti.

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