Non conosce crisi il mercato dello shipbuilding, che ha chiuso il 2024 con uno dei risultati migliori di sempre, secondo soltanto a quanto registrato nel 2007.
Lo certifica BRS Shipbroker nel suo ultimo report annuale. Nell’anno appena trascorso sono stati firmati ordini per la costruzione di 2488 nuove unità, per un totale di 193,1 milioni di tonnellate di stazza lorda (dwt). Nel 2023 erano state commissionate alle società cantieristiche 2045 unità, per un totale di 128,4 milioni dwt. Prendendo a riferimento il tonnellaggio lordo, nel 2024 i nuovi ordini sono quindi aumentati del 50% su base annuale.
A trainare il mercato è stato soprattutto il segmento delle portacontainer. L’anno scorso sono state ordinate nuove unità per un totale di 49,8 milioni dwt, con un incremento del del 67% sul 2023. E’ stato sfiorato il record raggiunto nel 2021, quando furono ordinate nuove unità per un totale di 50,1 mln dwt.
Gli ottimi risultati sono sicuramente attribuibili ad una situazione di mercato favorevole per le compagnie di navigazione attive nel trasporto di container: la crisi del Mar Rosso e le deviazioni da Suez hanno allungato le distanze di navigazione, assorbendo la capacità eccedente e riducendo quindi l’offerta rispetto alla domanda di mercato. I noli sono rimasti alti per tutto l’anno e soltanto negli ultimi mesi hanno cominciato a ridiscendere la china.
Le portacontainer con capacità compresa tra i 13.300 e i 17.999 TEU sono risultate essere quelle più gettonate: ne sono state ordinate 128, mentre le portacontainer con capacità compresa tra i 18000 e i 24.232 ordinate nel 2024 sono state 62.
In crescita anche gli ordini effettuati nel segmento delle bulk carrier. Nel 2024 sono stati firmati contratti di nuova costruzione per un totale di 59,1 milioni di dwt, il 14% in più rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda le navi tanker, gli ordini sono schizzati dai 37,7 milioni dwt del 2023 ai 63 milioni dwt del 2024.
Sulla scia dell’aumento degli ordini, i valori delle nuove costruzioni sono saliti alle stelle, mantenendo un trend di crescita che è iniziato nel 2021. “I prezzi sono aumentati nel corso dell’anno – spiegano gli analisti di BRS Shiprboking – e hanno cominciato a stabilizzarsi soltanto nell’ultimo trimestre”.
Gli ordini acquisiti negli anni precedenti hanno permesso ai cantieri navali di mantenere un workload adeguato alle proprie prospettive di crescita. Il Chinese Newbuilding Price Index (CNPI) è aumentato del 6% su base annuale. E l’incremento dei prezzi ha interessato tutte le tipologie di nave (+7% per le bulk carrier, +7% per le tanker e +3% per le containership).
La crescita continua della domanda di nuovo tonnellaggio ha anche avuto come conseguenza diretta quella di ritardare i tempi di consegna delle navi. “Gli shipbuilder hanno cominciato a vendere la propria produttività con il contagocce. Tanto che le compagnie di navigazione si trovano oggi a dover aspettare in media quattro anni prima di assicurarsi uno slot disponibile per la consegna della nave ordinata” scrivono gli esperti, sottolineando come nel 2023 sia stato osservato un trend molto simile.
Nel panorama mondiale, il palmares con il tasso di crescita più elevato di nuovi ordini lo ha conquistato la Cina. Nel 2024 i cantieri navali del paese asiatico si sono portati a casa il 71% (76% in termini di dwt) degli ordini complessivamente acquisiti a livello mondiale nel 2024.
Con le commesse acquisite l’anno scorso, l’orderbook dei cantieri cinesi è salito a un totale di 3419 unità, il 67% del portafoglio ordini globale (5468 navi). Non solo, la Cina è ad oggi il più importante paese costruttore di portacontainer al mondo, avendo all’attivo un portafoglio ordini che copre il 71% di tutte le ordinazioni effettuate a livello mondiale.
In calo invece le quote di mercato dei Paesi competitor, a cominciare dalla Corea del Sud, che ha visto il proprio market share calare di 5,1 punti percentuali su base annuale, al 17%, con un orderbook che al 2024 contava 710 newbuilding. In calo anche il Giappone, il cui market share è passato dal 15,4% del 2023 all’11,1% del 2024;
BRS Shiprboking rimarca come l’attività cantieristica cinese stia conoscendo una nuova fase di espansione, dopo quella che quasi vent’anni fa permise al Paese di affermarsi sulla scena mondiale dello shipbuilding.
“La crescita costante delle quote di tonnellaggio da porre in costruzione ha spinto molte società cantieristiche cinesi ad aumentare improvvisamente la capacità produttiva. Alcuni cantieri dormienti o poco attivi, come Jiangsu New Rongsheng Heavy Industry, sono improvvisamente tornati sul mercato” scrive BRS, citando a titolo di esempio il ritorno alla ribalta di un sestetto di società cantieristiche cinesi (Hubei Jinyu New Energy Shipbuilding, Three Waters New Energy Technology, Yangzhou Guoyu Shipbuilding, Nantong Xiangyu (XMXYG), Jiangsu Soho Innovation & Technology Group, Wuhu Shipyard e Shandong Xinfa Group).
Secondo la società di brokeraggio, l’ingresso nel mercato di questi soggetti, unitamente al rafforzamento infrastrutturale di alcuni cantieri (Yangzijiang Shipbuilding, New Times Shipbuilding, Hengli Heavy Industry, Jiangsu New Hantong Ship Heavy Industry, Huanghai e Yamic), contribuirà ad aumentare la capacità produttiva mondiale del 13%, permettendole di passare da una capacità produttiva media di 1500 navi all’anno ad una di 1700 navi all’anno.
“Crediamo che nel 2021 l’industria cantieristica mondiale sia entrata in una fase di super-ciclo” scrive BRS. Ad alimentare il mercato in questi anni sarebbe stata, secondo lo studio, la necessità di sostituire molte delle unità navali consegnate tra il 2003 e il 2008, quando la produzione annuale globale passò da 1483 a 2591 navi. “Queste imbarcazioni raggiungeranno i 20-25 anni in questo decennio e, poiché sono state progettate e costruite prima dell’eco-rivoluzione degli anni 2010, devono essere sostituite con un tonnellaggio più efficiente” spiega ancora BRS.
La società prevede che quest’anno saranno ordinate navi per un totale di 100 milioni di dwt, in calo rispetto ai 193 milioni dell’anno scorso.
“Prevediamo che le attuali incertezze mondiali eserciteranno una rinnovata pressione sui mercati del trasporto merci, ritardando le decisioni di investimento da parte dei carrier. La nuova ondata espansiva della costruzione navale avrà un impatto al ribasso sui prezzi delle nuove costruzioni, che dovrebbero indebolirsi nel corso del 2025 di oltre il 10% a seconda del tipo e delle dimensioni delle navi” conclude BRS.