Interviste

Colloquio con Mario Mega

Il senso di una comunità

di Marco Casale

«I messaggi di solidarietà che ho ricevuto in questi giorni, a decine, sono la migliore risposta che il territorio può dare agli intimidatori e ai professionisti dell’odio».

Per nulla impensierito dalle scritte vagamente infamanti apparse venerdì scorso in un’area del porto di Reggio Calabria, Mario Mega invita a guardare al bicchiere mezzo pieno: «Da un episodio brutto, e che mi auguro resti isolato e limitato nelle dimensioni, è emerso un elemento positivo: nel nostro territorio la tensione all’ideale del bene comune e l’impegno per la cura della comunità non sono un’utopia e lo stiamo verificando in modo concreto».

Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto lo dice senza perifrasi: «Forse oggi più che mai si tocca con mano la volontà dei cittadini, degli operatori e degli stakeholder di preservare una istituzione, l’AdSP, che sta lavorando da due anni e mezzo nell’interesse dei porti e con il consenso di operatori e organizzazioni sindacali».

È questa la cosa bella che Mega trae da una situazione che definisce spiacevole: «Dobbiamo dare il segnale che in Calabria è possibile cambiare in positivo, fare imprenditoria e portualità serenamente e senza preoccupazione».

Nel suo piccolo, il n.1 dei porti di Messina, Milazzo, Reggio Calabria e Saline sta lottando anche per questo: «Negli ultimi mesi abbiamo impresso un primo importante segnale di cambiamento, cominciando a definire pezzo dopo pezzo le sinergie che i nostri scali portuali possono attivare all’interno del Sistema. Lo abbiamo fatto stringendo accordi bilaterali con le singole amministrazioni comunali, pianificando assieme a loro il nostro futuro».

Lo step conclusivo di questo percorso progettuale è dato dal Documento di Programmazione Strategica di Sistema, per la cui realizzazione è stato incaricato un Raggruppamento Temporaneo di Prestatori di Servizi: «Si tratta di un documento nel quale metteremo a sistema tutto quanto» spiega ancora Mega, indicando le prospettive di sviluppo dei prossimi 15/20 anni.

«Messina- dice – deve continuare ad essere l’hub port di riferimento per le crociere». Risultato nel 2021 primo porto della Sicilia, e sesto in Italia per il traffico crocieristico, lo scalo portuale si appresta a superare nel 2022 il numero delle toccate nave registrato nel 2019: «Quantunque le navi da crociera viaggino con coefficienti di riempimento non superiori al 70%, per ovvie ragioni sanitarie legate al contenimento del Covid, va sottolineato che per quest’anno sono stati schedulati 270 accosti. Sono numeri significativi».

Il presidente della Port Authority dello Stretto aggiunge poi come dal Clia European Summit, organizzato a Genova, sia emersa un’altra importante novità: «il porto siciliano si trova oggi nella top30 dei porti crocieristici europei. Si tratta di un risultato incoraggiante che ci conforta e ci spinge a intensificare il lavoro» afferma, sottolineando come «il crocierismo sarà uno degli asset su cui continueremo a lavorare: immaginando non solo un’espansione su Messina ma creando anche una collaborazione con il porto di Reggio Calabria, che riqualificheremo completamente».

Il n.1 del Sistema dello Stretto assegna allo scalo calabrese un ruolo strategico: «Può diventare il secondo polo crocieristico del Sistema» spiega. «Fatta eccezione per i servizi di traghettamento dei mezzi pesanti verso Messina, Reggio Calabria abbandonerà ogni tipo di funzione commerciale, che invece sarà svolta dal porto di Saline Joniche, oggi non operativo perché insabbiato».

Lo scalo portuale sito nell’omonima frazione del comune di Montebello Jonico, in provincia di Reggio Calabria, sarà destinato alla movimentazione delle merci alla rinfusa e anche dei rotabili. «Non dimentichiamo che Saline dispone di un’importante area retroportuale idonea per l’insediamento delle attività imprenditoriali. Speriamo possa presto diventare Zona Economica Speciale (ZES). Assieme alla Regione Calabria stiamo lavorando affinché si possa raggiungere questo risultato».

Infine, a Milazzo (in provincia di Messina) Mega conta di realizzare una stazione per gli aliscafi che collegano la Sicilia alle Eolie, mentre Villa San Giovanni manterrà la funzione primaria per il traghettamento dei mezzi pesanti e delle auto.

La mappa del Mega cambiamento è, insomma, già ben definita, così come definita è la road map da seguire: «C’è un disegno di sviluppo organico del Sistema Portuale. Stiamo cercando di far dialogare tra di loro diversi porti, evitando sovrapposizioni inutili e sfruttando le sinergie» ammette il presidente dell’AdSP, lasciando cadere un vago sospetto: «Forse quelle scritte infamanti possono spiegarsi alla luce di quello che stiamo facendo: stiamo intervenendo in modo marcato sul territorio, contribuendo a rimettere ordine e a fare pulizia anche in aree oggi degradate, poco utilizzate. Qualcuno, abituato a logiche vecchie, potrebbe essersene risentito».

Durate l’intervista, il presidente della Port Authority siculo-calabrese trova anche il tempo di allargare lo sguardo a temi di carattere nazionale, tra cui quello della sicurezza fisica ed informatica dei porti: «Stiamo aspettando che, attraverso RAM, il Ministero delle Infrastrutture riprenda in mano la realizzazione e gestione della Piattaforma della Rete Logistica Nazionale. Credo che in materia di digitalizzazione  e cyber security sia urgente mettere in piedi un tavolo ministeriale attraverso il quale disegnare una strategia unitaria che ci consenta di superare i ritardi accumulati nell’ultimo decennio».

Per Mega va compreso che la digitalizzazione va progettata in modo integrato: «Questo non vuol dire privare le singole Autorità di Sistema Portuali  dei loro spazi di autonomia, ma occorre definire un quadro unitario nell’ambito del quale i singoli porti possano svolgere autonomamente le proprie funzioni».

Le ADSP – è la riflessione conclusiva che Mega consegna a Port News – stanno portando avanti un percorso di crescita importante, estendendo la propria funzione da nodi primari del sistema logistico nazionale a quella di baricentro per lo sviluppo delle attività di natura produttiva.

Nell’ambito di questo percorso, il n.1 dell’AdSP dello Stretto ritiene che tra gli stakeholder stia pienamente maturando la consapevolezza del ruolo che Assoporti riveste per la portualità nazionale: «Il presidente Rodolfo Giampieri sta dimostrando un approccio costruttivo nelle relazioni inter-istituzionali con il Ministero delle Infrastrutture e con gli stakeholeder. Credo che di questo gli vada dato atto» premette.

«Da Organizzazione chiamata originariamente a svolgere unicamente compiti di tipo rappresentativo, oggi Assoporti sta gradualmente prendendo pieno possesso delle funzioni attribuitegli dalla riforma Delrio, diventando il punto di riferimento per il miglioramento degli strumenti legislativi che favoriscono il funzionamento dei nostri sistemi e per la sensibilizzazione della società civile su tematiche cogenti, come la sicurezza del lavoro, il gender gap in ambito marittimo e il rapporto tra le città e i porti. Dobbiamo andare avanti così. Assieme possiamo progettare la crescita del nostro Sistema Portuale».

Torna su