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Il transhipment si fa strada in Turchia

di Redazione

Nei primi cinque mesi del 2024, i trasbordi di container nei porti turchi sono aumentati del 54% su base annuale, a 1,2 milioni di TEU.

I paesi dell’UE sono responsabili del 28% del traffico di transhipment complessivo della Turchia (340 mila TEU), mentre la Cina e la Russia sono stati responsabili ciascuna del 13% dei trasbordi registrati a livello nazionale, per un totale di 160.000 TEU a testa.

Secondo quanto riferito dal Ministero del Trasporto turco il trasbordo nel Paese è destinato a raggiungere livelli record nel 2024 se dovesse mantenersi il trend di crescita osservato nella prima parte dell’anno, con la possibilità di superare il massimo storico del 2021, quando furono movimentati 2,3 milioni di TEU.

Stando a quanto sottolineato da Lloyd’s List, la Turchia, in quanto Paese extra-UE avrebbe beneficiato non poco dell’introduzione delle normative ambientali sul Sistema di Scambio Europeo delle quote. Come noto, il sistema ETS copre anche i porti extra-comunitari a patto che vengano soddisfatte due condizioni: la prima, il porto non comunitario deve distare meno di 300 miglia nautiche dai porti europei; la seconda: la quota di transhipment del traffico container movimentato dal porto extra-ue monitorato deve essere superiore al 65% del suo traffico totale.

Ora la Turchia non è inclusa nell’ETS perché nessuno dei suoi porti soddisfa le condizioni di cui sopra. Il porto che più si avvicina ai criteri dell’UE, quello di Tekirdag, è distante meno di 300 miglia nautiche dall’Europa, ma la sua quota di transhipment è pari al 59% del traffico totale.

Che cosa se ne deduce? Che lo scalo in un porto turco per chi ad esempio abbia caricato originariamente la merce in Asia rappresenta un escamotage per ottenere nella sostanza una riduzione notevole sul quid da pagare per le emissioni prodotte. Il tragitto intercontinentale tra un porto asiatico e uno turco non comporta infatti il pagamento di alcuna tassa, mentre con il transito dalla Turchia ad un porto del Mediterraneo si paga soltanto il 50% delle quote.

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