In un mondo sconvolto dalla crisi del Mar Rosso, le tariffe nel mercato charter delle navi portacontainer stanno raggiungendo livelli mai visti. Ad avvantaggiarsene sono soprattutto i Non-Operating Owners (NOOs), le compagnie che sostanzialmente si occupano di noleggiare le proprie portacontainer a soggetti terzi.
Una di queste, la greca Global Ship Lease, ha appena pubblicato i propri risultati contabili riferiti al secondo trimestre del 2024, riferendo di aver incamerato nel periodo di riferimento ricavi per 175 milioni di dollari, con un incremento dell’8% su base annuale. Nel primo semestre i ricavi sono ammontati a 354 milioni di dollari, il 10,3% in più rispetto a quanto guadagnato nella prima metà del 2023.
Tra gennaio e giugno, la compagnia, che è peraltro quotata nella Borsa di New York, ha definito 24 contratti di time charter di durata variabile (tra i nove e i 40 mesi) relativi a otto portacontainer con capacità compresa tra i 2200 e i 3500 TEU; a 11 unità con capacità compresa tra i 5000 e i 6100 TEU e a cinque unità più grandi, con capacità compresa tra i 6500 e gli 8000 TEU.
In totale questi time charter hanno assicurato alle casse di GSL 402 milioni di dollari e possono essere interpretati come una scelta da parte dell’operatore di voler cogliere e monetizzare un rendimento di mercato mediamente elevato rispetto al passato.
“Lo slancio positivo del settore che ha segnato la prima parte di quest’anno ha subito un’accelerazione nel secondo trimestre del 2024” ha dichiarato il presidente esecutivo di GSL, George Youroukos, che ha fatto osservare come la domanda di navi portacontainer di medie e piccole dimensioni sia stata ulteriormente rafforzata dalle continue perturbazioni nel Mar Rosso: “Quasi tutte le navi portacontainer che trasportano il 20% del volume globale di merci trasportate in container e che in precedenza transitavano da Suez sono state dirottate per un viaggio più lungo e meno efficiente attorno al Capo di Buona Speranza” ha dichiarato, aggiungendo che “l’impatto diretto di questi viaggi più lunghi e l’aumento della congestione e dei ritardi lungo tutta la catena di approvvigionamento stanno aggiungendo un ulteriore livello di domanda, assorbendo l’offerta effettiva e spingendo verso l’alto le tariffe di noleggio e i valori delle attività”.
Youroukos ne è convinto: “Gli operatori di linea sono sempre più disposti a garantirsi noleggi pluriennali a tariffe elevate e noi stiamo sfruttando questo vantaggio per garantire la massima copertura charter possibile”. Il presidente della società ha comunicato che “in un contesto altamente favorevole come quello che stiamo vivendo, abbiamo deciso di introdurre un dividendo supplementare accanto al nostro dividendo trimestrale fisso, aumentando così i nostri pagamenti di dividendi trimestrali totali del 20%”.
Complessivamente, GSL dispone di 68 portacontainer, con una capacità aggregata di oltre 370.000 TEU. Per alcune di queste la società è riuscita a strappare ai propri clienti rate giornaliere da oltre 60.000 dollari. La portacontainer Norfolk, ad esempio, è stata noleggiata a ZIM al prezzo di 65.000 dollari al giorno sino al quarto trimestre del 2027 e per una portacontainer da 11.000 TEU costruita nel 2008, la Thalassa, GSL è riuscita a spuntare da CMA CGM 47.000 dollari di nolo in un contratto time charter con scadenza fissata nel secondo trimestre del 2026.
Secondo Lloyd’s List, i noli charter hanno oggi raggiunto una media di 21.000 dollari giornalieri per le unità più piccole, con capacità compresa tra i 2200 e i 2999 TEU, mentre per le portacontainer da 4000/5470 TEU sono oggi stati fissati noli charter da 31.000 dollari al giorno, il 31% in più rispetto a valori del primo trimestre. In aumento anche i noli per le portacontainer con capacità compresa tra i 7500 e gli 8700 TEU, che oggi hanno raggiunto la considerevole somma di 43.000 dollari al giorno (+19% sul primo trimestre).
Grazie a questi contratti, GSL si è assicurata ricavi per oltre 2miliardi di dollari.