Un nuovo record, a Marzo, in termini di volumi movimentati e una crescente dipendenza dai mercati nord americani.
Sono queste, secondo Container Trade Statitistics (CTS), le nuove dinamiche in atto nel trasporto marittimo di contenitori. Durante il terzo mese dell’anno sono stati complessivamente trasportati 15,5 milioni di TEU, con un incremento del 20% su Febbraio.
Non solo, nel primo trimestre i volumi sono cresciuti del 10,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, attestandosi a 42,9 milioni di TEU. Certo, le comparazioni con i primi tre mesi del 2020 – l’annus horribilis della Pandemia – hanno poco senso, soprattutto se si considera che già a fine gennaio dell’anno scorso si cominciavano a registrare a livello trasportistico le prime conseguenze derivanti dalla diffusione del Covid. Ma va sottolineata l’importanza di un dato che mostra il sostanziale cambio di passo registrato dal settore rispetto ad un inizio d’anno comunque claudicante.
Ciò che più vale la pena evidenziare è, però, il boom di volumi trasportati nei collegamenti verso l’Asia. A livello macro-regionale ne sono stati movimentati a Marzo 8,7 milioni, il 15,3% in più rispetto allo scorso anno.
In particolare, il trade con il Far East che maggiormente registra un flusso crescente di TEU trasportati è quello verso il Nord America. A Marzo sono stati trasportati 2 milioni di TEU, il 40% in più rispetto al 2020, il 38% in più rispetto allo stesso mese del 2019.
Il mercato nordamericano è stato però anche l’unico a livello globale a registrare una diminuzione delle esportazioni. L’export verso il resto del mondo, pari a 1,3 milioni di TEU, è diminuito del 3,8% rispetto a Marzo dell’anno scorso. La merce esportata verso il Far East, che rappresenta a livello complessivo il 45% del traffico containeritisco globale diretto verso i mercati asiatici, è calato del 3%, a 587 mila TEU. Dati, questi, che riflettono i problemi di congestione di cui hanno sofferto, e in parte continuano a soffrire, gli scali portuali americani.
I tassi di crescita del mercato nord americano si sono attestati negli ultimi due anni attorno a valori medi del 12%. I mercati non americani hanno invece fatto registrare negli ultimi due anni una crescita media annuale inferiore all’1%.
Senza il boom americano, le prospettive di incremento della domanda di mercato a livello globale sarebbero state meno brillanti.