Sicurezza sul lavoro; programma di inserimento e valorizzazione dei giovani; misure a sostegno della disabilità; formazione e omogeneità sulle best practice.
Quello che il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha tenuto quest’oggi a chiusura dell’Assemblea Pubblica di Assoporti, non è stato un intervento di facciata, uno di quei discorsi che si tengono di solito nelle Assemblee associative, dove si ringraziano i presenti per il lavoro svolto e si guarda al futuro.
Accanto all’importante riconoscimento dell’eccezionale sforzo compiuto dai porti italiani nel periodo della crisi pandemica per garantire l’approvigionamento delle merci, il Ministro non ha esitato a indicare il percorso che le Autorità di Sistema Portuali devono compiere per traguardare gli obiettivi di lungo termine fissati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Con un appunto e una tirata d’orecchie ai cosiddetti malpancisti, a coloro che in questi anni hanno continuato a chiedere un Ministero del Mare, a lamentare una situazione di inefficienza operativa della portualità italiana e a derubricare la sostenibilità ambientale a una fissazione del Ministro.
Il titolare del Dicastero di Porta Pia invita i presidenti delle AdSP a non lasciarsi ammaliare dai canti delle sirene e ad agire concretamente per lo sviluppo della portualità italiana.
Prende le mosse da questa esigenza, la lista delle spesa che Giovannini ha illustrato durante il suo intervento, consegnandola nelle mani del presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri. «Avete fatto passi importanti sulla parità di genere e sulla sostenibilità ambientale – afferma, rivolgendosi ai presidenti delle AdSP – ora occorre fare passi più veloci su altri quattro temi».
La sicurezza sul lavoro, innanzitutto. «Con gli investimenti che realizzeremo grazie al PNRR, al Piano Complementare e ad altre foni di finanziamento – cinque miliardi in tutto – i porti non saranno soltanto oggetto di grandi lavori ma anche di cambiamenti» spiega Giovanni. «So che domani incontrerete l’Inail per sottoscrivere un protocollo di intesa non diverso da quello che l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro ha realizzato con altri enti».
Il titolare del MIMS sottolinea l’importanza di questa collaborazione, tesa a rafforzare le politiche di prevenzione e di tutela della salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, e che ha lo scopo di accrescere la capacità di progettazione e sviluppo di soluzioni innovative tecnologiche, organizzative e regolatorie a garanzia della salute e della sicurezza dei lavoratori;
Altro tema caro al Ministro sono i giovani: «Abbiamo sentito dire che Rotterdam non è solo il luogo in cui passano le merci, ma il luogo in cui portano le migliori capacità, menti e innovazione, in cui si realizzano start up e centri di collegamento tra il territorio e il sistema produttivo. Dobbiamo chiederci come si possa strutturare in Italia un percorso di questo tipo».
Se la formazione riveste una centralità strategica nei ragionamenti del Ministro – da qui l’invito rivolto alle AdSP a lavorare in modo ancora più concreto con la rete delle università sui temi dello sviluppo sostenibile della portualità, a rafforzare il rapporto con i centri di ricerca – anche la disabilità è una questione cruciale: «Invierò presto una lettera in cui chiederò (ai presidenti delle AdSP) di valutare, coerentemente con quanto richiesto dalla Ministra Erika Stefani, se gli investimenti a valere sul PNRR siano fatti nel rispetto della disabilità».
L’ultimo punto: le buone pratiche. Il ragionamento di fondo è che su alcuni temi, determinate Autorità di Sistema Portuali abbiano adottato best practice che dovrebbero essere mutuate da tutte le altre. «Se tutti i porti fossero allineati alle migliori pratiche, avremmo fatto solo un salto in avanti» ammette.
E nell’ambito di questo ragionamento, Giovannini chiede alle AdSP uno sforzo ulteriore sul tema della digitalizzazione: «Dopo anni di inefficienza, ci siamo riappropriati della Piattaforma Logistica Nazionale (che dovrà essere realizzata da RAM, ndr)» sottolinea, anticipando che il prossimo 27 giugno «proporremo all’Assemblea degli azionisti la nomina di Ivano Russo ad amministratore delegato di RAM».
Insomma. Il messaggio è chiaro: «Abbiamo un sacco di lavoro da fare. Non abbiamo bisogno di un Ministero del Mare ma di sviluppare un programma Paese che interconnetta i porti italiani con il resto dell’Europa». Tale esigenza – continua il Ministro – «ha a che fare con la visione del Paese, che è una visione in cui i porti hanno un ruolo fondamentale, non come monadi ma parti di un sistema complesso».
Anche la sostenibilità ambientale non deve essere sottovalutata. «Chi parla della sostenibilità come di una fissazione del Ministro non ha capito che cosa sta succedendo. La transizione ecologica non è qualcosa che dobbiamo subire ma auspicare e realizzare concretamente».
«Abbiamo la possibilità di fare cose importanti – conclude Giovannini – e abbiamo bisogno di avere dalla nostra tutto l’entusiasmo che, grazie al cielo, i presidenti delle AdSP dimostrano ogni giorno. La speranza è che l’intero sistema portuale impari da tutto questo».