Riconsiderare assieme al Ministero delle Infrastrutture l’organizzazione della Piattaforma Logistica Nazionale (PLN); lavorare per rafforzare il ruolo di intermediazione di Assoporti presso i consessi nazionali ed europei; liberare le Autorità Portuali dai gravami autorizzativi che oggi ne rallentano la capacità di azione. Messe in fila sono queste per Mario Mega le priorità da affrontare nel breve e medio periodo.
Il neo presidente dell’Autorità di Sistema dello Stretto («La prima – dice – ad avere al suo interno sia i porti di origine che quelli di destinazione dei propri traffici») non intende nascondersi dietro a concetti di comodo. La lunga esperienza maturata presso l’Autorità Portuale di Bari (ora AdSP del Mar Adriatico Meridionale) come dirigente tecnico dedicato alla innovazione tecnologica e alla pianificazione strategica gli consente oggi di avere una visione di insieme su quali debbano essere le azioni da intraprendere per rilanciare la portualità italiana e, specialmente, quella del Mezzogiorno.
Mega pensa prima di tutto ai suoi porti, a Messina, Milazzo, Villa San Giovanni e Reggio Calabria: «Occorrono nuove infrastrutture per supportare i nostri traffici principali, ovvero rotabili e passeggeri. Abbiamo bisogno di piazzali e di un sostanziale ammodernamento delle reti viarie e ferroviarie, anche per impedire che il traffico commerciale proveniente dagli scali marittimi vada ad impattare su quello veicolare delle città portuali».
L’adeguamento infrastrutturale è un tema certamente rilevante nelle riflessioni del leader dell’AdSP siculo-calabrese, ma non è l’unico: è anche fondamentale «puntare sullo sviluppo delle Zone Economiche Speciali (ZES)» e definire un piano digitale che consenta alle Autorità di Sistema Portuali di «interagire in modo efficiente con gli operatori e le imprese che ormai lavorano secondo i parametri dell’industria 4.0».
E a proposito di industria 4.0, Mega spera «di riuscire a creare nell’Authority dello Stretto un sistema informativo degno di essere indicato come best-practice a livello nazionale» e ritiene anche che i Port Community System debbano rimanere «un patrimonio da conservare e valorizzare».
I PCS sono le piattaforme che diverse Autorità Portuali hanno creato per condividere più facilmente dati e informazioni tra molteplici attori, spesso portatori di interessi diversi (terminal, agenti marittimi, spedizionieri, enti di controllo, ecc.). Che cosa sia successo in seguito è noto: il protocollo di intesa del 19 giugno 2017 stipulato tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e UIRNET (soggetto attuatore unico per la realizzazione e la gestione della PLN) ha previsto la realizzazione di un modello unico di PCS (MUPCS) che favorisse il passaggio da un approccio in precedenza federativo a uno centralizzato che doveva valere per tutti gli scali commerciali italiani.
Il presidente del porto di Messina è convinto che sotto questo punto di vista il Ministero delle Infrastrutture debba avviare una seria riflessione sul ruolo di UIRNET e specialmente su quello della PLN, che non può sostituirsi ai PCS locali.
«Apprezzo l’approccio centralizzato e armonizzatore definito con il Modello Unico di Port Community System ma l’esperienza maturata da realtà portuali come Livorno, Trieste o Bari non può essere gettata alle ortiche. I PCS locali devono potersi interfacciare liberamente e autonomamente con la PLN senza però venire fagocitati da quest’ultima».
Per Mega bisogna insomma rimettersi al tavolo con il Ministero competente e tracciare nuove rotte sul terreno della digitalizzazione, «perché il livello di innovazione tecnologica raggiunto da certe Autorità di Sistema ha oggi ampiamente superato le condizioni che allora avevano giustificato la nascita di UIRNET».
Allo stesso modo va attentamente calibrato «il livello di coordinamento che il MIT intende esercitare sulle AdSP». Anche il ruolo di Assoporti va valorizzato al meglio: «La prima decisione che ho assunto da presidente dell’AdSP dello Stretto è stata quella di rientrare nell’Associazione dei Porti Italiani. L’ho fatto perché credo che oggi ci sia più che mai bisogno di favorire i processi aggregativi ed avere un soggetto forte in grado di porsi, anche nei consessi europei, come interlocutore stabile e riconosciuto a livello nazionale».
Mega pensa in particolare alla controversia con Bruxelles sulla tassazione delle Port Authority: «Serve tutta la capacità di Assoporti per definire una strategia di difesa comune e per ribadire la natura di ente pubblico non economico delle nostre Autorità Portuali».
In queste situazioni «occorre fare squadra, massa critica. Fuori da Assoporti siamo tutti più deboli». Secondo il presidente dell’Autorità di Sistema dello Stretto, le AdSP «hanno bisogno di ribadire il proprio ruolo regolatorio a servizio della comunità portuale», anche per questo motivo «non sono d’accordo con chi chiede di trasformare le nostre Autorità Portuali in società per azioni (vedi Maresca) o con chi ritenga che si possano trasformare in imprese pubbliche (vedi Patroni Griffi), ciò su cui invece dobbiamo lavorare è la semplificazione, consentire cioè ai nostri enti di acquistare maggiore efficienza operativa nell’affidamento degli appalti e nella realizzazione delle opere».
Anche l’Autorità di Sistema dello Stretto ha di fronte a sé un mare di sfide da affrontare: la priorità delle priorità per Mega è l’attenzione ai territori che insistono nell’area di competenza della Port Authority. «Grazie alla nuova AdSP gli amministratori locali delle realtà che si affacciano sullo Stretto hanno la possibilità di intervenire in modo innovativo nella definizione di politiche di area a sostegno delle proprie città».
Per il neo presidente è fondamentale curare fin dall’inizio il rapporto con la Calabria: «Ne ho già cominciato a parlare con il sindaco di Villa San Giovanni e presto affronterò l’argomento anche con il primo cittadino di Reggio Calabria: occorre trovare una soluzione condivisa che garantisca la piena integrazione e connessione dei flussi di traffico tra la Sicilia e il Continente. Quando sarà pronto il nuovo porto di Tremestieri e tutto il traffico sarà spostato a Sud, occorrerà trovare una nuova interfaccia anche in Calabria: da questo punto di vista sarà mia cura studiare assieme agli imprenditori e alle amministrazioni coinvolte la migliore soluzione possibile».