Una lenta ma progressiva e graduale ripresa. È quella che stanno facendo registrare i principali porti container del Nord Europa da quando la crisi pandemica ha impattato sulle loro attività di traffico, pregiudicando i rendimenti della prima metà del 2020.
Rotterdam, il più grande porto europeo, ha visto i propri volumi containerizzati crescere del 4,5% tra gennaio e marzo: complessivamente sono stati movimentati 3,7 milioni di TEU. Un dato, questo, che compensa quasi interamente il calo del 4,7% registrato nei primi tre mesi del 2020 rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.
All’aumento dei container movimentati non ha fatto però riscontro un’eguale crescita in termini di tonnellaggio, che, anzi, è calata dello 0,7%. Si tratta, chiaramente, di un segnale che dimostra come siano aumentati i contenitori vuoti. Nel suo complesso, il porto ha movimentato 115,8 milioni di tonnellate di merce, chiudendo il Q1 con un più 3%.
Per il Ceo della Port of Rotterdam Authority, Allard Castelein, le prospettive per il futuro rimangono incerte. La sfida principale da affrontare? Riuscire a superare definitivamente i disagi alla catena logistica provocati dalla chiusura temporanea del Canale di Suez.
Ad Anversa, il primo trimestre conferma un trend di crescita che è iniziato nell’autunno 2020. Tra Gennaio e Marzo il traffico complessivo di container è cresciuto del 2,3%, a 3,1 milioni di TEU.
Ma i risultati sarebbero stati anche migliori se lo scalo non avesse dovuto affrontare determinati problemi operativi generati dalla Pandemia, dall’incidente di Suez e dalla Brexit. Epifenomeni che hanno causato interruzioni alla catena logistica e non pochi ritardi sui tempi di consegna della merce.
Il traffico nel suo complesso rimane stabile: Antwerp ha archiviato i primi tre mesi dell’anno con una movimentazione pari a 59,1 milioni di tonnellate (+0,3% sullo stesso periodo del 2020).
Ad Amburgo, i dati non sono altrettanto buoni. Il porto ha riportato un calo del 6,6% tra gennaio e marzo, pari a 2,2 milioni di TEU movimentati.
La Cina rimane il più importante partner commerciale, anche se i flussi di traffico verso Pechino sono diminuiti del 14,6%, a 579.400 TEU. I traffici da/per gli Stati Uniti sono invece cresciuti del 20,7% sul corrispondente periodo dell’anno precedente, a 146.100 TEU. Risultano in aumento anche i rapporti di traffico con Singapore: +10,6%, a 111.000 TEU. In calo, del 10,8%, il traffico di transhipment: complessivamente sono stati movimentati 772 mila TEU.