© Michela Canalis
News

Dietrofront del Governo tedesco

Cosco/Amburgo, l’accordo non s’ha da fare

di Redazione Port News

Le manovre militari e politiche nello Stretto di Taiwan, dove la pressione della Cina si è fatta più intensa negli ultimi giorni, e l’escalation delle tensioni geopolitiche e commerciali causate dal ruolo politico ambiguo giocato da Pechino nella vicenda del conflitto ucraino, potrebbero essere alla base della decisione di Berlino di rivedere l’intesa sulla partecipazione di Cosco in un terminal del porto di Amburgo.

Sulla base di quanto riportato dal periodico specializzato Splash 247, infatti, il terminal Tollerort  è stato classificato dal Federal Office for information Security di classificare come una infrastruttura critica e, per questo motivo, il Governo tedesco si sarebbe preso del tempo per rivalutare l’offerto.

“Dal momento che le circostanze sono cambiate, dobbiamo esaminare le conseguenze” ha dichiarato un portavoce del Ministero dell’Economia.

Come noto, a Settembre del 2021 Cosco aveva annunciato l’intenzione di investire 65 milioni di euro per acquisire la partecipazione di minoranza (del 35%) nell’Hamburger Hafen und Logistik Container Terminal Tollerort, che gestisce il terminal container Tollerort nello scalo portuale tedesco.

L’operazione non si era conclusa per ritardi che Cosco aveva formalmente attribuito al mancato soddisfacimento di alcune condizioni contrattuali ma che, in realtà, erano da ascriversi alle forti resistenze del governo di Berlino all’allargamento della sfera di influenza cinese fin dentro al cuore dell’Europa portuale.

Pochi mesi prima, infatti, lo stesso ministro dell’economia tedesco, Robert Habeck, aveva dichiarato in un’intervista all’agenzia Reuters di essere propenso a non consentire l’accordo, per evitare di consegnare alla Cina una partecipazione in infrastrutture critiche tedesche.

A Ottobre del 2022 era arrivata la soluzione compromissoria con il via libera da parte del Governo tedesco all’acquisizione da parte di Cosco di una quota di minoranza pari al 24,9%.

A Gennaio del 2023, HHLA aveva però spiegato che il dettagli dell’accordo non erano ancora stati definiti ma che la transazione si sarebbe comunque conclusa molto presto.

Oggi è arrivato, quindi, un nuovo stop.

“Non è certo la prima volta che i piani di espansione di Cosco vengono osservati con sospetto dalle istituzioni e dai media europei” dichiara il ceo di Vespucci Maritime, Lars Jensen.

“D’ora in avanti, le società cinesi rischieranno di finire sotto esame con sempre maggiore frequenza, specie nel settore degli investimenti nelle infrastrutture portuali, in particolare in Europa e negli USA”.

Secondo Jensen, questa situazione finirà con l’avvantaggiare le compagnie “non afilate” alla Cina, all’Europa o agli USA. “Mi vengono in mense PSA, DP World, ICTSI e Adani ports”.

Tags:
Torna su