«Serve un atto di coraggio per compiere scelte importanti che non possono essere più rimandate. La portualità ha bisogno di un cambio di passo e auspichiamo che il Ministro De Micheli possa realmente farsene portavoce». Il presidente di Assoporti e numero 1 dell’Autorità di Sistema del Mar Adriatico Centro-Settentrionale, Daniele Rossi, viene raggiunto al telefono mentre sta percorrendo il tragitto di ritorno da Roma verso Ravenna.
Il suo porto sta vivendo un periodo particolarmente positivo: il bando di gara del progetto “Ravenna Port Hub”, presentato nei giorni scorsi, promette realmente di cambiare il volto dello scalo portuale, consentendogli di mettere in cantiere lavori per 235 milioni di euro destinati, tra le altre cose, alla realizzazione di un terminal container da 500 mila TEU. «Nella mia città c’è una grande voglia di fare – dice Rossi – e sono sicuro che anche negli altri porti italiani non manchino energie e competenze per riuscire a traguardare importanti obiettivi di sviluppo».
Ciò che manca, forse, è una disciplina di settore moderna che consenta ai presidenti delle Autorità di Sistema di esprimere al meglio l’enorme potenziale dei propri sistemi portuali: «Quello che stiamo per lasciarci alle spalle – riflette a voce alta Rossi – è stato un anno complicato per noi presidenti, segnato da situazioni giudiziarie e personali antipatiche, a volte eccessivamente strumentalizzate».
Il 2019 è stato un anno difficile anche per i mercati internazionali, «che non hanno dato segnali di una ripresa significativa in termini economici, producendo ricadute negative sull’economia portuale, che ha sì continuato a crescere, ma a ritmi molto più blandi rispetto a quanto non accadeva in passato».
Ecco perché per il 2020 è necessario un cambio di registro. Il numero uno di Assoporti la letterina a Babbo Natale l’ha già scritta da tempo: in cima alla lista dei regali figurano la riforma del Codice degli Appalti («che deve poter favorire la realizzazione delle opere in tempi ragionevoli»), l’aggiornamento della normativa ambientale («ancora troppo stringente sulle attività di dragaggio») e l’ammodernamento del Codice della Navigazione («che risale al 1942 e che deve essere aggiornato secondo quelli che sono i principi di un’amministrazione portuale moderna» ).
«E’ questo l’atto di coraggio che chiedo al legislatore: è necessario che agli amministratori pubblici venga riconosciuta la dignità di un ruolo troppo spesso mortificato dalle inefficienze procedurali delle nostre leggi: in Italia le opere infrastrutturali vengono realizzate in un tempo medio di dieci anni, molti dei quali persi dietro all’ottenimento di tutti i permessi necessari. Non è più possibile continuare così».
Per il presidente dell’AdSP ravennate è utile invece ritrovare lo spirito che ha permesso a Genova di avviare i lavori per la ricostruzione del Ponte Morandi: «Quello che è stato fatto nel capoluogo ligure deve essere preso a modello di riferimento: si è trattato di un bell’esempio di trasparenza e di unità di intenti tra le forze politiche, le imprese e le istituzioni e scommetto che i risultati si vedranno presto».
A proposito di risultati, Rossi ritiene che la titolare del MIT stia facendo molto per favorire il rilancio della portualità italiana: «Il Ministro ha iniziato il suo mandato con il piglio giusto, impegnandosi in prima persona perché la Conferenza Nazionale di Coordinamento dei Presidenti venisse restituita alla sua piena legittimità operativa: la convocazione di questo importante organismo è stata per tutti noi un segnale di grande attenzione e stimolo».
Ora però bisogna avere il coraggio di procedere lungo questa strada, mettendo da parte tutte quelle divisioni che «certe ipotesi fantasiose e drammatiche, come la scongiurata tassa sui container, hanno contribuito ad alimentare, minacciando di affossare il nostro settore».
Gli obiettivi da raggiungere sono molti: la Riforma Delrio, per esempio, deve essere compiutamente realizzata. Un progetto la cui realizzazione sta particolarmente a cuore a Rossi è lo Sportello Unico Amministrativo, che assieme alla digitalizzazione delle procedure di controllo della merce, rappresenta «un obiettivo primario da raggiungere per il prossimo anno attraverso un maggiore coordinamento dei Ministeri coinvolti». Anche i Port Community System «devono essere compiutamente realizzati», così come deve essere realizzato a livello nazionale un modello standardizzato di condivisione dei dati che coinvolga tutti gli attori: «Ho letto quanto dichiarato su Port News dal presidente Mario Mega: riteniamo che vada trovato un giusto equilibrio tra l’esigenza di valorizzare l’esperienza maturata in tema di digitalizzazione dalle singole realtà portuali e quella di armonizzazione definita con il Modello Unico di Port Community».
Quanto ad Assoporti, Rossi è chiaro: «L’Associazione è stata e continuerà ad essere per i porti italiani un importante punto di riferimento: stiamo cercando di riprenderci il posto che meritiamo di avere nello scenario dell’economia nazionale e delle relazioni portuali. Per questo motivo, stiamo portando avanti una importante progetto di riorganizzaizone interna della realtà associativa: si tratta di una iniziativa che coinvolgerà più da vicino i presidenti delle singole AdSP».
Il punto da cui tutto può avere inizio è Venezia, dove Assoporti si è riunta in occasione dell’ultima Assemblea: «Crediamo che l’Assemblea tenutasi nel capoluogo lagunare sia stata una bellissima manifestazione di coesione e solidarietà: come presidenti abbiamo la convinzione che soltanto lavorando uniti, e in stretta sinergia, riusciremo a fare il bene della portualità italiana».