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Focus

Scenari post-Covid

L’anno della ripartenza

di Redazione Port News

Il 2021 sarà l’anno zero della ripresa economica, della ripartenza, dopo «14 mesi di dolori e sacrifici». È  questa la convinzione che emerge in modo chiaro dall’Assemblea Nazionale dei Propeller Club, svoltasi in modalità telematica, ma ospitata in via eccezionale nella Sala del Comando Generale delle Capitanerie di Porto intestata all’ammiraglio Raimondo Pollastrini,

Alla presenza del comandante generale delle Capitanerie di Porto, Giovanni Pettorino, e della Direttrice Generale per la vigilanza sulle Autorità di Sistema Portuale, Maria Teresa Di Matteo, il presidente dell’International Propeller Club, Umberto Masucci, ha voluto raccontare la storia di un Paese che, grazie ai lavoratori portuali e ai marittimi e grazie ai suoi eroi, come il comandante Gennaro Arma – collegato all’Assemblea da Cipro – è riuscito ad affrontare sfide imprevedibili, dirompenti e senza precedenti per contrastare il virus e le sue gravi ripercussioni sull’economia nazionale.

La foto, diventata virale sui social, del brave captain che lascia per ultimo la nave Diamond Princess è per Masucci l’immagine simbolo della capacità di resilienza che il Paese ha saputo mostrare di fronte alle avversità. «La crisi pandemica ha messo ancora più in luce il ruolo strategico dell’economia portuale e della logistica nel tessuto economico nazionale» ha detto.

Ora l’Italia è pronta a ripartire. E le prospettive di sviluppo non possono non passare dal Recovery Plan e dai 3,6 miliardi di investimenti destinati alle banchine. Risorse fresche che ancorché appostate in un fondo complementare al PNRR rappresentano la premessa sulla base della quale avviare la cura ricostituente dei porti italiani.

Ne è convinto anche il presidente di Assoporti, Daniele Rossi, che ha messo l’accento sui segnali di ripartenza che il Sistema Portuale sta cominciando a far registrare: «L’annus horribilis è già alle spalle – ha affermato – e se la campagna vaccinale dovesse consentirci di superare definitivamente il Covid-19, potremo tornare a guardare al domani con maggiore serenità e con un rinnovato spirito di rinnovamento.  I porti stanno tornando a trasportare volumi a doppia cifra».

Lo sviluppo prospettico di sistema è garantito dal Recovery Plan, che «correttamente fa dell’innovazione digitale e della sostenibilità ambientale due colonne portanti del piano di sviluppo nazionale. Chiaramente – ha rimarcato Rossi –  «la sfida principale sarà quella di riuscire a spendere 200 miliardi in appena sei anni. Per farlo dovremo avviare una grande operazione di semplificazione preventiva. Sono sicuro che il Governo ne è consapevole. Questo è un momento troppo importante per il rilancio della portualità italiana per poter rischiare dei passi indietro».

Il numero uno dell’Associazione dei porti italiani invita inoltre il Governo ad avviare una riflessione seria sui danni prodotti dal gigantismo navale: «Ciò che è successo nel Canale di Suez è la banale dimostrazione di quello che potrebbe accadere sempre più spesso se continuassimo a lasciare che sia il mercato a governare la logistica mondiale. Il mercato deve trovare delle regole condivise. Dobbiamo far sentire la nostra voce in Europa, avviare un dibattito sul tema: siamo ancora pronti ad accettare che continuino ad essere costruite navi sempre più grandi, in grado di mettere sotto indebita pressione non solo le nostre infrastrutture ma anche quelle di diversi scali portuali europei?».

Intervenuta all’Assemblea, la direttrice generale porti del MIMS, Teresa Di Matteo, ha annunciato che il Ministero è già al lavoro per redigere il Decreto Legge che metterà in campo le risorse del fondo complementare al PNRR: «Già domani o dopo domani avremo il decreto – ha detto – Le risorse potranno cominciare ad essere spese da subito».

La Di Matteo ha poi ricordato come il Ministro Giovannini abbia deciso di intensificare le riunioni della Conferenza di coordinamento delle AdSP. Per la dirigente ministeriale si tratta di «un importante segnale di attenzione. Nell’ambito della Conferenza verranno discusse nei prossimi giorni le opportune misure di semplificazione del settore. Cercheremo di fare quadrato con le altre istituzioni».

Anche l’ammiraglio Pettorino ha voluto sottolineare il ruolo strategico che la logistica italiana e i porti hanno avuto durante il periodo pandemico. «Recenti dati Istat – ha dichiarato – dicono che nel 2020 il nostro PIL è calato del 9%. Si è trattato di un decremento che si è verificato in maniera speculare anche nei nostri porti».

Il sistema portuale ha però capacità di resilienza insondabili, «ben rappresentate da uomini come il comandante Arma». L’ammiraglio, che tra poco meno di tre mesi lascerà l’incarico per sopraggiunti limiti di età, lo afferma mettendo in evidenza come in un analogo periodo di crisi, quello registrato tra il 2011 e il 2016, l’occupazione nei porti sia cresciuta del 3% a fronte di un calo occupazionale che ha interessato invece in modo pressoché trasversale tutti gli altri settori dell’economia.

«Una volta messo a regime uno sviluppo infrastrutturale che sappia garantire ai nostri porti maggiore competitività anche sul piano internazionale, potremo dare un nuovo impulso al Paese e all’economia del mare» ha concluso.