"Le Autorità Portuali in Italia sono troppe" - PortNews
Interventi

Affondo del Viceministro Edoardo Rixi

“Le Autorità Portuali in Italia sono troppe”

di Redazione

“Le Autorità di Sistema Portuale sono troppe” parola di Edoardo Rixi.

Venuto in visita istituzionale all’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale, il Viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti ha espresso in modo molto chiaro le sue idee sull’attuale modello di governance della portualità italiana. Lo ha fatto di fronte agli operatori portuali livornesi, riunitisi nel quartier generale dell’Ente Portuale per un momento di confronto costruttivo sul ruolo del porto di Livorno.

Dopo aver brevemente toccato il tema della riforma della legge 84/94, “una riforma – ha ammesso – che prevede una regia complessiva a livello nazionale degli interventi infrastrutturali marittimi”, Rixi ha parlato dello scalo portuale labronico: “Per me siete un porto particolarmente importante e ho la necessità che Livorno diventi un elemento di traino del Paese. Ci sono, invece altre AdSP che hanno meno carte da giocarsi”.

Ed è qui che il viceministro ha messo il dito nella piaga: “Avere 16 AdSP in questo Paese è stata, a mio avviso, una scelta irrazionale anche se politicamente comprensibile. Alcune Autorità Portuali hanno difficoltà a raggiungere il pareggio di bilancio, altre dispongono di risorse che non utilizzano completamente”.

Se questa è la situazione, la cura per il viceministro deve essere drastica: “Se in questa prima fase la razionalizzazione delle risorse non porterà ad una riduzione degli organi di governo dei porti, sicuramente ci sarà la necessità di prevedere che cessino di esistere quelle Autorità Portuali che non riescano a mettere a posto i bilanci per x anni”.

Rixi ne è convinto: “Questa proposta non mi porterà consenso, ma si tratta di una battaglia che voglio portare avanti”.

Una battaglia che ha un unico fine: “Il mio interesse è quello di aumentare i flussi di traffico da e per i porti italiani, fare in modo che tra cinque anni l’Italia diventi il primo paese europeo per capacità marittima” ha affermato, precisando che: “il complesso dei nostri porti deve essere in grado di generare un’offerta paragonabile a quella di Rotterdam. Oggi non è così, e questo è un limite”.

Le sfide da affrontare sono evidenti: “In questi due anni i porti italiani sono cresciuti nonostante la chiusura di Suez. L’Italia ha diverse carte da giocarsi sulla marittimità anche perché ha saputo conservare un know-how che in altri settori – vedi il tessile – è andato perduto”.

Rixi guarda ai mercati internazionali: “Spero che l’Italia cominci  presto a commerciare con l’India, dove c’è un mercato enorme con il quale abbiamo un traffico commerciale bassissimo, e anche con il Nord Africa. Il nostro Paese deve cominciare a sfruttare meglio la propria posizione geografica, vivendo non soltanto di rendite di posizione ma investendo sui rapporti internazionali”.

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