L’Italia per la sua collocazione geografica al centro del Mediterraneo rappresenta la naturale cerniera di collegamento per i traffici provenienti dall’Estremo e Medio Oriente verso l’Europa. Il nostro obiettivo è quello di far tornare il nostro Paese elemento centrale e propulsivo di una nuova politica di sviluppo del bacino del Mediterraneo e dell’Europa centrale, recuperando quella importanza a livello strategico che si è persa negli ultimi decenni, a favore dei porti del nord Europa e dei paesi dell’Est.
Riteniamo che connettere i porti sia il solo modo per connettere l’Italia economica all’Europa e al Mondo. Rendere connessi i porti significa connettere l’Italia dell’economia, e consentire una competitività commisurata alle sfide della concorrenza europea e a quelle poste dall’iniziativa Belt & Road Initiative (BRI), sulla quale il Mit garantisce un ruolo di regia delle iniziative attraverso la Conferenza di Coordinamento nazionale delle Autorità di sistema portuale.
Il nostro programma non parla solo di porti ma di portualità, intermodalità e autotrasporto, ricomprendendo anche servizi Ict, la catena logistica, e infrastrutture di adduzione e ultimo miglio. RfI, Anas e le concessionarie autostradali vigilate dal Mit concorreranno con la loro competenza progettuale e realizzativa a garantire connessioni adeguate, in grado di ridurre le esternalità negative ed i tempi di permanenza delle merci in porto.
Questo programma è ineludibilmente agganciato alla crescita della Blue Economy, per la quale sarà attivato un tavolo permanente interministeriale Mit/Mise. Investiremo risorse adeguate per attrezzare i nostri porti con aree retro portuali capaci di garantire lo sdoganamento delle merci in loco, che devono poi essere trasportate grazie all’alta portabilità nelle destinazioni finali.
I principali porti italiani debbono essere un’area di sdoganamento merci (porti gateway), anche attraverso tecnologie che consentano di accelerare lo sdoganamento stesso, a partire dalla fase in cui la nave è ancora in mare. I porti, infatti, non possono rappresentare solo un’area di passaggio tra una nave e l’altra (porti transhipment). Uno status fortemente pregiudicato dalla recente legislazione sul riordino portuale.
I percorsi di crescita economica e commerciale dei porti dovranno contemperare le esigenze della città, del territorio retrostante e dei suoi abitanti, in un’ottica sostenibile. Nel parlare di crescita sostenibile nei porti del futuro occorre avviare percorsi di pianificazione che non siano limitati al traffico container ma che includano merci break-bulk (le quali creano molta occupazione) nonché rinfuse liquide e solide.
Investiremo nel collegamento ferroviario dei porti italiani per favorire lo switch intermodale da gomma a ferro nel trasporto merci. Le ferrovie devono ritornare protagoniste nei porti: i porti italiani, e non sono pochi quelli importanti, risultano mal collegati alla rete ferroviaria. Senza i collegamenti con la ferrovia, i porti rischiano di trasformarsi in colli di bottiglia accessibili solo dalla rete stradale.
Il Governo intraprenderà le azioni necessarie per poter realizzare una adeguata pianificazione del proprio spazio marittimo allo scopo di contribuire allo sviluppo sostenibile dei settori energetici del mare, dei trasporti marittimi, della pesca e dell’acquacoltura, per la conservazione, la tutela e il miglioramento dell’ambiente, compresa la resilienza all’impatto del cambiamento climatico, promuovendo e garantendo la coesistenza delle pertinenti attività e dei pertinenti usi.
Pianificazione e risorse finanziarie saranno dedicate allo sviluppo del turismo del mare (crociere, traghetti, nautica da diporto) e al trasporto passeggeri di cabotaggio e internazionale, il quale riveste notevole importanza in alcuni contesti portuali del Paese.
Infine, il Mit, di concerto e in stretta collaborazione con il Miur, supporterà programmi per l’attivazione di nuovi percorsi professionali negli istituti superiori, di corsi di laurea triennale e magistrale, di master e corsi di formazione professionale post-laurea e corsi di dottorato per le attività scientifiche e accademiche legate alla ricerca e alla formazione nel campo della logistica marittima, dell’intermodalità e dell’autotrasporto.
Estratto delle dichiarazioni programmatiche rese il 31 luglio 2018 alla Commissione Lavori Pubblici del Senato