Dopo mesi di sostanziale tenuta, si cominciano ad avvertire i primi importanti scricchiolii. Che per qualcuno preannunciano un cedimento. Le tariffe di trasporto container via mare lungo le principali rotte transatlantiche stanno cominciando a declinare ad un ritmo che si sta facendo via via più marcato.
A riferirlo è Xeneta, nel suo ultimo report. “A Gennaio – avverte la società di analisi – le rate di nolo dal Nord Europa alla sponda orientale degli Stati Uniti hanno fatto registrare un calo del 10% rispetto alla fine del 2022”.
Quantunque viaggino a livelli incomparabilmente superiori rispetto a quelli pre-pandemici, il decremento osservato su questo trade è il segnale di una prima inversione di tendenza. “Il mercato transatlantico è stata l’ultima fortezza dei vettori a cadere – afferma il chief analyst di Xeneta, Peter Sand – E’ qui che i vettori hanno raccolto gli ultimi benefici del super-ciclo iniziato con il Covid”.
Potrebbero, insomma, essere finiti i tempi in cui gli armatori vedevano nelle rotte transatlantiche un mercato ad alto tasso di profittabilità sui cui poter riversare la stiva che mano a mano veniva tolta dalle altre aree (attraverso i blank sailing).
Se fino a poco tempo fa i trasporti marittimi dal Nord Europa e alla East Coast americana assicuravano agli armatori ricavi che nell’ultimo trimestre del 2022 si aggiravano attorno ai 360 dollari a FEU, oggi lo spread tra i costi per round trip nave e i ricavi per slot si sta sostanzialmente riducendo.
“Le rate scenderanno ancora nelle prossime settimane” sottolineano gli studiosi della consultancy firm. “Il calo della domanda, la progressiva risoluzione dei problemi di congestione su entrambe le sponde del bacino nord atlantico, e la riduzione dei volumi dal Far East sono parzialmente responsabili di questo calo”.
Ma la causa principale dei nuovi squilibri è da attribuirsi chiaramente alla crescente iniezione di capacità lungo il trade. Secondo Sea-Intelligence, a Gennaio la capacità settimanale media impiegata nel collegamento dal Far East alla US East Coast è aumentata del 27% rispetto ai livelli medi del terzo trimestre del 2022.
“Il tonnellaggio extra iniettato in questo traffico riporterà presto le tariffe di nolo in linea con gli altri traffici” dichiarano ancora gli analisti di Xeneta.
Il futuro rimane insomma incerto. L’unica certezza è data dal fatto che ad oggi le rate di nolo del mercato spot e gli importi medi per i contratti di lungo periodo nei collegamenti westbound tra il Nord Europa e la sponda orientale degli USA continuano a viaggiare su valori tripli rispetto ai livelli di un anno fa.
Se un anno fa si aggiravano mediamente attorno ai 2000 dollari a container da quaranta piedi trasportato, oggi si attestando attorno ai 6000 dollari a FEU.
L’altro elemento da osservare è che il valore delle tariffe spot si attesta attorno ai 6500 dollari a FEU e rimane per ora superiore rispetto a quello fissato nei contratti di trasporto via mare di lungo periodo, pari a poco meno di 6000 dollari a FEU. Un differenziale minimo, che però potrebbe indurre i caricatori a valutare l’ipotesi di rinnovare i contratti in scadenza e, congelare, quindi le attuali tariffe contrattuali, piuttosto che continuare ad inseguire la tendenza ribassista dei noli spot.
Intanto Drewry ha pubblicato il suo ultimo report settimanale sui noli del mercato del trasporto container. Questa settimana, il World Container Index è diminuito del 3% sulla settimana precedente, a 2078 dollari per container da 40 piedi e resta inferiore del 79% rispetto alla stessa settimana del 2022.
Le tariffe di trasporto su Shanghai – Rotterdam sono calate del 4%, a 1808 dollari a FEU. Anche le tariffe su Shanghai e New York hanno fatto registrare una diminuzione, pari al 5%, sulla settimana precedente, scendendo a 3432 dollari per ogni box da quaranta piedi trasportato.
Le rate di nolo su New York-Rotterdam sono calate del 3%, a 1211 dollari a FEU, mentre quelle su Shanghai-Los Angeles sono calate del 2%, a 2050 dollari per FEU.
Le rate di nolo sul trade Shanghai-Genova e Rotterdam-New York sono entrambe diminuite dell’1%, rispettivamente a 2780 e a 6296 dollari per FEU.
I tassi su Rotterdam e Shanghai sono invece aumentati del 2%, a 797 dollari per FEU, mentre le rate su Los Angeles-Shanghai si sono mantenute stabili rispetto ai valori della settimana precedente.