Interviste

Progetti e sogni nel cassetto

Le verdi speranze dell’Interporto Vespucci

di Redazione

40.000 metri quadrati affacciati sulla strada di grande comunicazione Firenze-Pisa-Livorno. Il campo base già allestito e di cui sono visibili le piste di cantiere. Il terreno ben preparato, da cui è stato asportato lo stato più superficiale e su cui idonei macchinari hanno già fatto la prima passata per l’attività propedeutica alla miscelazione del cemento.

Claudio Bertini si gode lo spettacolo con un misto di compiacimento e soddisfazione. Essendo persona molto concreta, lo storico direttore tecnico dell’Interporto Vespucci è abituato a parametrare i propri successi in base alle prospettive di “edificabilità” di un progetto.

E di progetti in cascina l’Interporto ne ha molti. «Qui è dove sorgerà il nuovo truck village» ci dice, indicando il terreno che le macchine stanno cominciando a cementificare.

«Al momento esistono solo due aree di parcheggio certificate in Italia, e l’iniziativa rappresenta uno step di completamento essenziale e strategico a livello nazionale» aggiunge.

«L’intervento consentirà di inserire l’interporto Vespucci nella rete europea dei parcheggi sicuri e protetti offrendo un’importante servizio per il mondo della logistica ed in particolare per la sicurezza dei trasportatori e delle loro merci».

Nella video intervista rilasciata su Port News, la seconda di una serie che il periodico intende dedicare ai porti del Sistema del Mar Tirreno Settentrionale, Bertini sottolinea come l’area sia destinata ad ospitare 250 posti stallo per semirimorchi, intercettando così il traffico Ro/Ro proveniente e diretto verso il porto di Livorno. «In primavera l’area di parcheggio sarà pronta e da subito operativa» dice Bertini.

L’Interporto Vespucci, che negli anni ’80 era una piana paludosa e inadatta alle lavorazioni agricole è oggi un fiorire di aziende. In tutta l’area ce ne sono 60 e producono oltre 40 milioni di euro di Prodotto Interno Lordo.

La società ha chiuso l’anno della Pandemia con un utile di circa 4 milioni di euro e il raggiungimento di obiettivi importanti quali la sottoscrizione della convenzione di ristrutturazione con il sistema bancario e la sottoscrizione dell’ aumento di capitale sociale per 6,6 milioni di euro da parte dell’AdSP.

Positivi anche i dati di traffico: «Nei primi cinque mesi sono transitati dai varchi 253.000 mezzi pesanti. Se il trend venisse confermato anche per la restante parte dell’anno avremmo superato ampiamente quanto movimentato nel 2020, anno che abbiamo archiviato con quasi 524 mila transiti».

L’analisi mese mese sottolinea come da gennaio a maggio siano stati registrati valori superiori a quelli mensili sia del 2019 che del 2020. Per il direttore tecnico della società interportuale è un segnale importante ed è la dimostrazione che «la logistica non si è mai fermata, soprattutto quella alimentare. La nostra azienda CSC (partecipata al 40% dall’Interporto) ha movimentato grossi volumi e ne movimenterà ancora di più in futuro quando avremo completato la realizzazione dei nuovi magazzini frigoriferi».

Già, perché quello del Truck Village non è l’unico progetto che la società ha in pancia. «Integreremo un’area importante dedicata alle merci refrigerate con il completamento di una nuova struttura dotata di celle frigorifere in grado di conservare i prodotti sino a -30 gradi. L’obiettivo è quello di creare un polo del freddo che sia in grado di coprire il fabbisogno delle diverse necessità nel settore ortofrutticolo».

L’interporto, che peraltro è da poco entrato a far parte del Freight Leaders Council (l’associazione che da trent’anni supporta e promuove il ruolo della Logistica Sostenibile), coltiva poi un’altra grande ambizione: «Vogliamo rendere l’interporto autonomo dal punto di vista energetico e quindi in grado di produrre il 100% dell’energia consumata» dice Bertini, che non tralascia nemmeno di affrontare la questione Gas Naturale Liquefatto.

«L’obiettivo altissimo è quello di utilizzare il GNL per alimentare gli impianti di cogenerazione e trigenerazione e soddisfare così tutte le esigenze energetiche. Se il porto di Livorno si dotasse di aree di stoccaggio di GNL, potremmo pensare di realizzare un collegamento criogenico tra porto e interporto. La sostenibilità è insomma la vera sfida da cogliere per il futuro. Su questi temi il Sistema Porto-Interporto può sicuramente fare da apripista».

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