L'economia del mare vale in Italia 178,3 mld di euro - PortNews
Osservatorio Ambiente

Studio Unioncamere

L’economia del mare vale in Italia 178,3 mld di euro

di Redazione

Nel 2022, il valore aggiunto prodotto e attivato dal “Sistema Mare” ha raggiunto i 178,3 miliardi di euro, ovvero il 10,2% del totale del valore aggiunto del sistema economico nazionale.

Le imprese afferenti alla Blue Economy, con il lavoro di oltre un milione di occupati, hanno generato 64,6 miliardi di euro di valore aggiunto, attivando in una logica di filiera, altri 113,7 miliardi nelle altre attività economiche diverse dalla Blue Economy.

Lo rivela l’ultimo studio di Unioncamere sull’economia marittima.

Il maggiore contributo all’effetto moltiplicatore dell’economia del mare è fornito dalle attività di movimentazione di merci e passeggeri via mare, che per ogni euro di ricchezza prodotta ne attivano altri 2,7 nel resto dell’economia; i 12,7 miliardi di euro prodotti dalle attività di questo comparto hanno dunque attivato 33,9 miliardi di euro negli altri settori economici.

Lo studio evidenzia inoltre una elevata capacità moltiplicativa anche in riferimento alla filiera della cantieristica, dove per ogni euro di valore aggiunto prodotto se ne attivano altri 2,5 nel resto dell’economia: gli 8,7 miliardi di euro prodotti da questo comparto hanno attivato 21,4 miliardi di euro negli altri settori di attività economica.

Seguono le attività sportive e ricreative, con un moltiplicatore pari a 2,1, i servizi di alloggio e ristorazione, con un moltiplicatore pari a 1,9 e, la filiera ittica, con un moltiplicatore pari a 1,7.

Decisamente più contenuti appaiono gli effetti moltiplicativi dell’industria delle estrazioni marine (0,8 euro) e delle attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale (0,5 euro).

Dal punto di vista territoriale, le macro-ripartizioni che contribuiscono maggiormente alla formazione della ricchezza dell’economia del mare sono il Mezzogiorno e il Centro, con un valore aggiunto che si attesta, rispettivamente, a 20,8 e 18,7 miliardi di euro.

L’effetto moltiplicativo maggiore, tuttavia, viene esercitato dalle aree del Nord-Ovest e del Nord-Est che, invece, in termini assoluti, generano un valore aggiunto diretto minore (rispettivamente, 12,5 e 12,6 miliardi di euro).

Nel Nord-Est per ogni euro di valore aggiunto prodotto dai settori dell’economia del mare se ne attivano altri 2 nel resto del sistema economico, mentre, nel Nord-Ovest, il moltiplicatore ammonta a 1,9. Al Centro e nel Mezzogiorno l’effetto moltiplicativo risulta inferiore, e pari, rispettivamente, a 1,7 euro e 1,6 euro.

Il report evidenzia come nel 2022 il peso della Blue Economy sull’economia nazionale sia aumentato decisamente rispetto all’anno precedente, sia con riferimento alla ricchezza prodotta (cresce dal 3,4% del 2021 al 3,7% del 2022) sia in termini di occupati (sale dal 3,9% del 2021 al 4,1% del 2022).

Nel 2022, in effetti, l’economia blu sperimenta dinamiche molto positive. Il valore aggiunto conosce una crescita in ragione d’anno del 15,1%, decisamente superiore all’incremento rilevato per il complesso dell’economia, pari al +6,9%.

Tutti i comparti della filiera trainano il valore aggiunto, ad eccezione dell’industria delle estrazioni marine, che registra, rispetto al 2021, una flessione della ricchezza prodotta del 54,1%, attribuibile, con ogni probabilità, alla significativa fluttuazione dei prezzi delle materie prime.

Sono positive le performance degli altri comparti, per quanto le intensità di crescita siano differenti.

Nel 2022 si è inoltre registrato un incremento del numero di occupati del 6,6% su base annuale, a fronte di una crescita per il totale economia che si ferma all’1,7%.

Anche in questo ambito, i dati rivelano una flessione nell’industria dell’estrazioni marine (-10,5%), mentre è meno marcato, e più prossimo ad una situazione di stazionarietà, il decremento segnato dalle attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale (-0,4%). Il segno più caratterizza le variazioni di tutti gli altri comparti.

Si contraddistingue positivamente ancora una volta il turismo. I servizi di alloggio e ristorazione registrano una crescita dell’11,2% e le attività sportive e ricreative del 9,1%. Seguono in ordine di grandezza il comparto della movimentazione di merci e passeggeri via mare (+6,6%), la filiera della cantieristica (+5,9%) e la filiera ittica (+1,2%).

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