È arrivata al suo primo giro di boa la procedura relativa all’assegnazione delle nuove aree del porto di Piombino. A distanza di pochi giorni dalla risposta alle lettere di invito di sei imprese, Port News ha voluto realizzare una serie di speciali intervistando i principali candidati all’insediamento nelle macro aree produttive a nord dello scalo piombinese. Di seguito riportiamo la prima di queste interviste.
Poche promesse ma idee chiare sullo sviluppo del Porto di Piombino. Liberty Magona, da più di un secolo produttore di acciai piani di qualità, con oltre 500 dipendenti all’attivo e una produzione attesa per il 2020 di 600 mila tonnellate di laminati sottili zincati, è uno dei sei candidati ad insediarsi nelle nuove aree messe a gara dall’Autorità di Sistema Portuale.
Da luglio del 2019, l’acciaieria fa parte di GFG Alliance, un gruppo mondiale che opera in svariati settori (acciaio, alluminio, estrazione mineraria, commercio di materie prime) e che ha porti di proprietà in Australia, Inghilterra e Galles, oltre a importanti quote di partecipazione in scali portuali belgi e rumeni.
Il presidente della società, Sanjeev Gupta, ha acquisito Magona direttamente da Arcelor Mittal, attraverso la controllata Liberty Steel e ha dichiarato fin dalla sua prima visita a Piombino di avere come obiettivo prioritario quello di aumentare la capacità produttiva dell’acciaieria. Adesso la multinazionale si appresta a vivere una nuova stagione grazie alla partecipazione alla selezione ad evidenza pubblica finalizzata all’assegnazione delle nuove aree a Nord del porto.
«Vogliamo diversificare le nostre attività e realizzare nei lotti disponibili un hub multipurpose che possa movimentare in imbarco e sbarco tipologie merceologiche del tutto diverse dall’acciaio piano», afferma Stefano Pisaneschi, supply chain manager e project manager di Liberty Magona.
«Abbiamo sudato non sette ma dieci camicie per presentare tutta la documentazione necessaria per partecipare alla gara – continua– il procedimento messo a punto dalla Port Authority è estremamente complesso, ma devo dire che è stato fatto a regola d’arte. Va dato atto al presidente Corsini e al dirigente Capuano di aver fatto un ottimo lavoro».
Liberty Magona ha presentato una domanda di concessione 30ennale per occupare due dei tre lotti messi a disposizione, il n.2 e 3 (vedi la Planimetria allegata): «Abbiamo messo a punto un progetto diverso per ognuno dei due lotti. GFG Alliance crede fermamente nelle potenzialità del porto di Piombino e conta di poter sfruttare appieno i suoi punti di forza per sviluppare nuove relazioni commerciali in ambiti merceologici del tutto diversi da quelli gestiti sino ad oggi».
Pisaneschi non fornisce ragguagli più dettagliati («mi hanno raccomandato di essere prudente») ma una cosa la dice: «GFG Alliance intende sfruttare al massimo le potenzialità che lo scalo può offrire in termini di pescaggio. Per le attività che vogliamo sviluppare ci servono fondali profondi e Piombino è da questo punto di vista un unicum a livello nazionale».
Il gruppo londinese di Gupta crede fermamente nello scalo piombinese, e questo a dispetto dei limiti viari e ferroviari di cui soffre: «Abbiamo evidenziato che il permanere di queste criticità potrebbe alla lunga pregiudicare la produttività dello scalo, ma non dubitiamo del fatto che l’AdSP, assieme alle istituzioni coinvolte, stia lavorando alacremente per dare le risposte che la comunità e il territorio si aspettano».
Per Pisaneschi la cosa più importante è che le aree in assegnazione siano infrastrutturate quanto prima: «Non so se vinceremo la gara – dice – ma GFG Alliance si aspetta che i lotti 2 e 3 vengano resi operativi quanto prima. A noi non servono soltanto piazzali ma magazzini per lo stoccaggio della merce che vogliamo trattare. Stiamo investendo risorse ed energie per dare alla città e al territorio un progetto serio e affidabile che riteniamo potrà avere ricadute occupazionali importanti».
