“Occorre abbandonare l’abitudine di realizzare infrastutture di cui non si conosce l’effettiva utilità o per le quali non sono noti i tempi di utilizzazione e le ricadute occupazionali altrimenti continueremo ad alimentare scontri tra Istituzioni che danneggiano solo i porti, le città ed i territori stessi”. Parola di Mario Mega.
In un post pubblicato su linkedin, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto auspica che nella nuova Riforma della legge 84/94, la cui discussione è prossima ad essere avviata dal Governo, “venga rafforzata la governance del sistema nazionale, a cui dovranno contribuire le Regioni”. L’obiettivo è quello di arrivare a definire “una programmazione che sia effettivamente unica a livello Paese, lasciando alle singole AdSP, che comunque dovranno proporre la strategia di sistema, la fase delle attuazione”.
Per il n.1 dei porti di Messina, Milazzo, Tremestieri, Villa San Giovanni, Reggio Calabria e Saline, “la cabina di regia nazionale dovrà essere l’interfaccia con il mercato, in maniera da assecondare e facilitare la crescita unitaria del sistema”.
Mega chiede che venga abbandonata “l’esperienza degli Organismi di partenariato a livello locale, che troppo volte hanno dimostrato di non rappresentare gli interessi collettivi e quindi con un limitatissimo contributo alla crescita complessiva dei porti”.
Il presidente dell’Authority dello Stretto ritiene che un confronto multilivello fondato su una politica unitaria di sviluppo concordata con le Regioni, anche nel rispetto della previsione costituzionale che definisce come concorrente la politica dei trasporti e della portualità in particolare, possa essere per il territorio “una garanzia di sostenibilità degli interventi pianificati a livello locale, ai quali, se autorizzati a livello nazionale, dovranno essere assegnate risorse ma soprattutto assicurati tempi certi di realizzazione, con percorsi amministrativi che non possono più rimettere in discussione la strategicità della scelta, e di entrata in operatività”.