È massima l’attenzione dell’Autorita di Sistema Portuale sui 51 lavoratori della LTM, l’azienda del porto di Livorno che gestisce un terminal in Darsena n.1 e la cui prospettiva di continuità operativa è delicata.
Nella riunione di oggi l’AdSP ha ricevuto i sindacati e i vertici della società terminalistica, presente con il presidente Giuseppe Savarese e l’amministratore delegato Matteo Savelli.
“Abbiamo ascoltato con attenzione le preoccupazioni espresse dai lavoratori tramite le loro rappresentanze sindacali” ha dichiarato il presidente Luciano Guerrieri.
“Il tavolo di oggi ci ha permesso di inquadrare la problematica e di tracciare un possibile percorso di sviluppo che nel breve periodo ci consenta di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali, con un occhio parimenti attento agli equilibri operativi dello scalo” ha aggiunto.
“Da questo punto di vista, non possiamo non registrare la disponibilità del gruppo armatoriale che compone LTM a dare piena continuità occupazionale, come peraltro è stato già fatto nel recente passato, quando si sono presentate le prime difficoltà a causa della contrazione dei traffici. Ci assicureremo quindi che i lavoratori non vengano lasciati soli”.
L’obiettivo di lungo termine rimane però quello di inquadrare soluzioni compatibili con la scelta dell’amministrazione rispetto al futuro utilizzo delle aree oggi in concessione a LTM: “Bisognerà comprendere bene le dinamiche, avendo a mente la duplice priorità della salvaguardia occupazione e di un mantenimento di assetti sostenibili dell’organico del porto nel suo complesso” ha concluso Guerrieri, precisando che le soluzioni saranno individuate e condivise con il cluster in sede di Organismo di Partenariato.
L’incontro organizzato nel quartier generale della Port Authority prende le mosse dalla decisione dell’azienda terminalista di chiudere i battenti e creare una newco che si occupi soltanto di operazioni portuali in cui trasferire tutti i suoi dipendenti.
Pochi giorni fa, i sindacati avevano espresso forti preoccupazioni sulla questione, sottolineando le ricadute negative che tale scelta avrebbe avuto sugli equilibri già precari del sistema portuale livornese. “Lo scalo labronico vanta già un numero elevato di imprese ‘articolo 16’ e l’ingresso di un nuovo soggetto non farebbe altro che intensificare la concorrenza interna e dunque incrementare una competizione basata sul costo del lavoro” avevano dichiarato.
I sindacati confederali avevano dunque chiesto all’Autorità portuale “di farsi garante degli equilibri sociali in porto bloccando la proliferazione di nuovi soggetti economici”.