Maersk sbatte la porta in faccia all’International Chamber of Shipping, dimettendosi dal Consiglio del Gruppo, e accusandola di non essere sufficientemente ambiziosa nella lotta all’inquinamento ambientale.
Secondo la Compagnia danese, l’Associazione di categoria mondiale degli armatori si sarebbe mostrata troppo debole nel perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione, non riuscendo nemmeno a convincere i membri dell’Organizzazione Marittima Internazionale ad adottare la proposta proposta del Fondo di ricerca e sviluppo da 5 miliardi di dollari che mirava a fornire livelli garantiti di finanziamento per accelerare lo sviluppo di navi a emissioni zero, senza richiedere ai governi di utilizzare il denaro dei contribuenti.
Maersk ha così deciso di dare l’addio all’ICS e di volgere le proprie attenzioni al World Shipping Council, l’altra associazione del settore, più rappresentativa degli interessi dei carrier specializzati nel trasporto di merce containerizzata.
Maersk sedeva nel board dell’ICS dal 2012. La sua presenza nel cda derivava però dalla sua appartenenza dall’Associazione degli armatori danesi.
A sostituire la rappresentanza danese nel consiglio di amministrazione di ICS è Jacob Meldgaard, CEO di Torm.