Una nuova riorganizzazione dei traffici commerciali, con maggiori spazi per crociere e rotabili, uno sbocco a mare per la diportistica diffusa e aree portuali restituite all’uso urbano.
A grande linee è questo l’identikit del porto di Marina di Carrara disegnato dal nuovo Piano Regolatore Portuale, appena adottato dal Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale.
Non un documento qualunque, quello che l’AdSP consegnerà a breve al Comune di Carrara e alla Regione Toscana per il ricevimento dei cosiddetti pareri di coerenza, ma un pezzo di carta che ridefinisce il futuro dello scalo portuale a misura dei prossimi trent’anni.
«L’adozione del nuovo PRP, a distanza di oltre quarant’anni dall’adozione di quello ancora vigente, rappresenta da questo punto di vista una svolta fondamentale per uno scalo portuale che è profondamente cambiato rispetto agli anni ’80» afferma a Port News il n.1 della Port Authority, Mario Sommariva.
«Allora ci trovavamo in un’altra fase storica. Marina di Carrara si raccordava ad una economia territoriale sostanzialmente incentrata sulla produzione e lavorazione del marmo. Oggi, quello stesso territorio richiede al porto funzioni ed esigenze diverse».
Il 2022 è infatti stato un anno significativo per il porto, i cui traffici sono cresciuti del 60% rispetto all’anno precedente, passando da 3,5 a 5,5 milioni di tonnellate, con un impatto economico sul territorio che è salito a 400 milioni di euro. «Il forte sviluppo dei traffici ha di fatto reso necessario un aggiornamento del PRP, sulla scorta delle linee di indirizzo delineate nel Documento di Programmazione Strategica di Sistema approvato nel 2020. Che, ricordiamolo, prevede un’espansione contenuta del porto all’interno della linea di continuità con la sponda sinistra del torrente Carrione» aggiunge il n.1 dello scalo toscano.
Il nuovo PRP è abbastanza semplice e prova a sciogliere alcuni nodi cruciali per lo sviluppo del porto. «C’è ad esempio un tema fondamentale come quello dello sbocco a mare per la cantieristica diffusa, che rappresenta un importante polo di attrazione per il territorio, con le sue imprese artigiane specializzate nelle attività refitting e costruzione e migliaia di persone occupate» spiega il presidente dell’AdSP, sottolineando l’intenzione di destinare a queste attività nuovi spazi nella parte centrale del porto, grazie all’installazione di un travel lift per il varo e l’alaggio delle piccole barche.
Altro settore strategico, le crociere: «Il turismo, compreso quello balneare, si è fortemente sviluppato negli ultimi anni. Da questo punto di vista, le opere di prolungamento della banchina Taliercio e del molo di sopraflutto hanno come funzione quella di rafforzare e sviluppare ulteriormente i traffici crocieristici».
Il porto non abbandonerà comunque la sua vocazione commerciale, che verrà ulteriormente sviluppata grazie alla realizzazione di una nuova banchina prospiciente il piazzale Città di Massa, in testata alla quale verranno peraltro trasferiti i servizi tecnico-nautici.
«Il settore commerciale, oggi molto variegato, verrà riorganizzato. A levante troveranno spazio la crocieristica; il diporto e la nautica trainata dal cantiere The Italian Sea Group, nella parte centrale verrà realizzato, come accennato, uno spazio per la cantieristica diffusa».
Il lapideo rimane chiaramente un traffico strategico per il porto. «Che oltre che ad esportare e importare blocchi di marmo, è anche un hub di riferimento per la movimentazione delle tout venant di cava, oggi utilizzate per la realizzazione delle opere edili marittime importanti, come il ribaltamento di Fincantieri, la Diga di genova, le opere di Savona».
Allo stesso modo, Sommariva non dimentica di sottolineare l’importanza strategica di un traffico, quello dei rotabili con la Sardegna, che avrà nuovi spazi grazie all’avanzamento della banchina Buscariol: «Il gruppo Grendi ha un hub stabile a Marina di Carrara e nel 2022 ha sviluppato una movimentazione di oltre 3,3 milioni di tonnellate. Oggi si presentano peraltro nuove interessanti prospettive di crescita per il porto grazie allo sviluppo di un innovativo traffico intermodale collegato a quello di cabotaggio e destinato ai traffici tutto merci con la Sardegna».
Chiude il cerchio il settore delle merci varie, collegato a livello industriale alla produzione delle maxi turbine della Baker Hughes (ex nuovo Pignone): «Si tratta di un traffico pregiato proprio dal punto di vista del raccordo tra porto e sistema industriale: è attraverso questo sbocco che si garantisce la continuità dello stabilimento che ha un valore importante per l’economia nazionale. E’ uno dei grandi asset industriali del territorio, assieme al traffico break bulk dei tubi e dei prodotti siderurgici sviluppato dal terminalista FHP».
Ultimo elemento degno di nota, il ridimensionamento dell’espansione del porto, con una rinuncia alla costruzione del secondo piazzale città di Massa che si sarebbe dovuto sviluppare oltre la foce del Carrione, in un’area di costa denominata ex Simposio: «L’area verrà restituita alla città: in sintesi, ci saranno più di 100.000 mq che verranno destinati ad uso urbano» conclude Sommariva.