Il sequestro della MSC Aires nello stretto di Hormuz ha innescato nuove tensioni belliche nell’area Mediorientale, rendendo precaria la navigazione nel Mar Arabico.
Dopo il blocco sostanziale del Mar Rosso a causa dei blitz marittimi degli Houthi, un’altra area nevralgica per i traffici internazionali via mare rischia di diventare improvvisamente instabile, con ovvie ripercussioni per la tenuta degli scambi commerciali tra il Far East e il Mediterraneo.
L’episodio si inserisce all’interno dell’attacco massiccio lanciato nel weekend dall’Iran contro obiettivi militari israeliani in parte situati sulle alture del Golan, territorio siriano occupato dalle Israeli Defence Forces (IDF).
Un attacco largamente previsto, quello di Teheran, e qualificato dagli esperti come una rappresaglia contro Israele per l’attacco aereo che all’inizio di Aprile aveva distrutto una parte dell’ambasciata iraniana a Damasco, uccidendo almeno tredici persone, tra cui un generale delle Guardie rivoluzionarie iraniane, Mohammad Reza Zahedi.
“La domanda che dobbiamo porci – afferma il ceo di Vespucci Maritime, Lars Jensen – è quale sarà adesso la risposta militare di Israele e come risponderà a sua volta l’Iran. Dovremo sperare che prevalga il sangue freddo e che la situazione si possa allentare. Tuttavia, come dice il proverbio, la speranza non è una strategia e i vettori, gli spedizionieri e i caricatori, devono prepararsi ad affrontare le ripercussioni di una situazione sempre più complessa”.
Secondo il direttore generale di Assiterminal, Alessandro Ferrari, questo evento avrà quasi sicuramente un impatto rilevante sulle direttrici dei traffici commerciali tra il Far East e il Mediterraneo, allontanando ancora di più il ritorno alla normalità nel Mar Rosso.
Anche l’International Chamber of Shipping ha avvertito che le navi in transito nella Regione dovranno condurre una valutazione approfondita della minaccia e collaborare con le forze militari per ottenere la massima protezione possibile da ulteriori, possibili aggressioni da parte delle forze iraniane.
“La MSC Aries è stata sequestrata dalle Guardie Rivoluzionarie iraniane a 50 miglia nautiche (92 km) a nord-est di Fujairah, un’area vicino allo Stretto di Hormuz, che costituisce l’ingresso al Golfo Persico” fa osservare il ceo di Xeneta, Peter Sand.
“Non conosciamo ancora tutti i dettagli dell’incidente ma appare estremamente preoccupante qualsiasi estensione di un conflitto che ha già provocato molteplici interruzioni dei servizi di trasporto marittimo nella regione del Mar Rosso” commenta ancora Sand. “Le nuove tensioni nell’area – aggiunge – potrebbero ad esempio colpire da vicino Dubai, un hub regionale strategico per i container che arrivano via mare attraverso lo Stretto di Hormuz. Se dopo il Mar Rosso, anche l’area di navigazione del Golfo Persico dovesse diventare instabile, le interruzioni alla catena logistica sarebbero considerevoli”.
Lars Jensen invita i cargo owner a ricontrollare la propria assicurazione sul carico, anche perché il vettore o lo spedizioniere sono responsabili solo se il danno o la perdita si verifichino per errori o negligenza dimostrabili durante il trasporto. E non è scontato che la perdita eventuale della merce sia interamente coperta nel caso in cui la nave si trovi in una zona di guerra.
Secondo l’esperto analista, l’escalation della tensione nell’area potrebbe avere come inevitabile conseguenza quella di portare ad un aumento dei premi assicurativi contro i rischi di guerra per le spedizioni da e per l’area del Golfo Persico e del Golfo di Oman. Potrebbe insomma accadere qualcosa di non molto diverso da quello che è avvenuto nell’area del Mar Rosso, dove i costi dell’assicurazione di un viaggio di sette giorni sono aumentati di centinaia di migliaia di dollari da quando gli Houthi hanno iniziato ad attaccare le navi nella zona, in segno di solidarietà con i palestinesi di Gaza.
Ma a spaventare gli operatori non sono soltanto i sovraccosti legati ai rincari assicurativi ma i possibili nuovi problemi causati dalle interruzioni della catena logistica: i cargo owner devono insomma prepararsi a tenere pronto un piano di emergenza per affrontare i nuovi imprevisti che potrebbero verificarsi nel caso di una chiusura completa dello Stretto di Hormuz, anche se l’ipotesi al momento più probabile è che lo scenario da pianificare vada ad assomigliare di più a quello che si è venuto a delineare nel Mar Rosso meridionale, dove alcune linee di navigazione hanno continuato a operare e altre no.
Oggi, il rischio principale da affrontare è comunque un altro ed è legato a una possibile estensione del conflitto nel Mare Nostrum.
“A dicembre un comandante delle guardie rivoluzionarie iraniane ha dichiarato che l’Iran avrebbe preso di mira anche la navigazione nel Mar Mediterraneo” ricorda Jensen. Per il ceo di Vespucci Maritime non si tratta di semplici minacce, ma di esternazioni che potrebbero avere un qualche fondamento, soprattutto alla luce degli sforzi che Teheran sta facendo per estendere la propria influenza nella regione nordafricana.
In particolare, l’Iran ha stretto da tempo rapporti commerciali e di sicurezza molto intensi con l’Algeria, paese cui Teheran ha peraltro recentemente donato diversi droni militari, con un elevato raggio di azione.
Secondo Jensen, tali velivoli sono tranquillamente in grado di raggiungere Israele dalle coste del Paese africano: “La cosa potrebbe avere un impatto sulla navigazione nel Mediterraneo Orientale”.