Interviste

Colloquio con Roberto Traversi

«Modello Genova? No, quello Taranto è più che sufficiente»

di Marco Casale

Estendere il Modello Genova alle Autorità di Sistema Portuale? Non se ne parla. Il modello Taranto è piu che sufficiente. Parola del sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Roberto Traversi, che interviene sul tema rilasciando una intervista in esclusiva a Port News.

Proprio mentre si moltiplicano, da parte dei vari presidenti di Autorità Portuali, le richieste di mettere i porti in condizione di acquisire una nuova agibilità operativa, tale da metterli in grado di intercettare la ripartenza quando la crisi che stiamo vivendo si sarà conclusa, il politico pentastellato invita alla calma e precisa: «Il modello Genova non è a mio avviso replicabile in questo contesto. Nel capoluogo ligure c’era una necessità evidente, che era quello di ripristinare un tratto autostradale. Si trattava di ricostruire una struttura preesistente, seppur modellata diversamente, e allo scopo si è favorita sia la fase autorizzativa del progetto, che l’affidamento del bando all’esecuzione senza gara, con deroga a tutte le norme ad eccezione del diritto penale e dei vincoli inderogabili UE. Il modello Taranto potrebbe quindi essere sufficiente, magari con qualche piccolo aggiustamento».

Rispondendo indirettamente al presidente di Assoporti Daniele Rossi, che aveva chiesto di assegnare ai presidenti delle AdSP poteri straordinari per far fronte al momento particolarmente delicato, Traversi precisa: «I presidenti hanno già un discreto potere perché l’Autorità di Sistema Portuale è dotata di autonomia amministrativa, di autonomia di bilancio e finanziaria nei limiti previsti dalla legge e svolge l’attività nella gestione dei beni secondo un piano regolatore autonomo. Qualche criticità evidente c’è invece rispetto alle autorizzazioni ed è su queste che stiamo lavorando per apportare il massimo della semplificazione».

Il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti non pensa che il vero problema in ambito portuale sia quello dell’affidamento delle gare ma semmai «le procedure per giungere alle approvazioni dei progetti, soprattutto per quel che riguarda i pareri del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, i pareri ambientali e quelli delle Soprintendenze».

Sono criticità che possono essere risolte in parte «con la Conferenza di Servizi e il silenzio assenso, anche se resta il tema delle procedure ambientali e dei vincoli delle Soprintendenze che non sono fortunatamente aggirabili. Si potrebbe procedere con solerzia nel rispetto dei vincoli ad un Testo Unico sulla portualità ma solo a seguito di uno studio approfondito con i vari Ministeri per continuare ad assicurare comunque margini di oggettività e regole comuni rispettose del territorio».

Traversi entra anche nel merito delle ultime misure contenute nel “Cura Italia”, soffermandosi in particolare sulle misure di sospensione provvisoria del pagamento dei canoni e di esenzione della tassa di ancoraggio: «La preoccupazione di molti – spiega – era che le tasse di ancoraggio non venissero rifuse dallo Stato (cosa che poi è stata invece prevista nel testo) e che al contrario si chiedesse alle AdSP di fare fronte con una riduzione delle loro spese. Se questa forma di provvidenza alle AdSP continua ed è totale, il problema dunque non si pone».

Per quanto riguarda le entrate dalle concessioni, «sono  soltanto slittate, sempre con pagamento da effettuare entro l’anno corrente. Anche in questo caso, quindi, non ci dovrebbero essere problemi, salvo che gli operatori non siano così in crisi da non riuscire a farvi fronte. C’è da considerare che le AdSP hanno bilanci con importanti avanzi di amministrazione che potrebbero essere in parte utilizzati per coprire queste eventuali perdite, ovviamente per un periodo non lungo».

Il sottosegretario osserva inoltre come, «per consentire alle AdSP di lavorare con maggiore serenità, sarebbe sufficiente una direttiva della Direzione generale Porti che stabilisca delle regole per la redazione di bilanci più flessibili per i prossimi due/tre anni. Speriamo che questa emergenza si riveli l’occasione necessitata per sburocratizzare il nostro Paese e dare il via anche a una riforma organica della legge sui porti. È un progetto al quale il Ministro intende lavorare e dare presto risposta».

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