Una portacontainer di CMA CGM, la Attila, utilizzata dal vettore nel servizio intra-asiatico che collega Cina, Singapore, India e Pakistan, sarebbe stata sottoposta a fermo dalle agenzia di sicurezza indiana durante lo scalo nel porto di Nhava Sheva, a Mumbai. La nave era diretta a Karachi, in Pakistan.
Secondo alcune fonti, gli investigatori avrebbero messo sotto sequestro la merce avviando una indagine approfondita, in particolar modo, sulla spedizione di un carico da 22 tonnellate diretto in Pakistan e contenente una macchina a controllo numerico, che Nuova Delhi sospetta possa essere utilizzato da Islamabad per lo sviluppo del proprio programma missilistico nucleare.
All’esame più attento dei documenti della spedizione sarebbero inoltre emerse delle irregolarità e discrepanze che le agenzia di sicurezza indiane si sono riservate di verificare.
Nelle bolle di carico si legge infatti che il mittente è Shanghai JXE Global Logistics Co Ltd e il destinatario Pakistan Wings Pvt Ltd di Sialkot. Tuttavia, sulla base dell’indagine delle agenzie di sicurezza è risultato che la partita era stata spedita dalla Taiyuan Mining Import and Export Co Ltd e destinata alla Cosmos Engineering, un fornitore pakistano di prodotti per la difesa.
La nave è stata successivamente rilasciata e il carico confiscato.
La questione potrebbe presto trasformarsi in un caso diplomatico, visti i rapporti tesi tra i due paesi.
In una nota, il Ministero pakistano degli affari esteri ha infatti condannato “la prepotenza dell’India nel sequestro di beni commerciali”, aggiungendo come “tali atti evidenziano anche la crescente impunità di alcuni Stati nel violare le norme internazionali e nell’adottare misure arbitrarie in violazione del diritto internazionale”.