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La preoccupazione degli operatori del settore

Noli container, stiamo tornando ai tempi del Covid?

di Redazione

Noli spot ancora in crescita su base settimanale. La scorsa settimana le tariffe di trasporto marittimo di container hanno fatto registrare un aumento del 16% su quella precedente, attestandosi attorno a una media di 4072 dollari a FEU. A certificarlo è Drewry, in un report nel quale sottolinea come i valori siano ora superiori del 142% se confrontati con quelli della stessa settimana dell’anno precedente, mentre sono superiori del 187% rispetto al periodo pre-pandemico.

“Le tariffe sono arrivate a toccare lungo certe rotte anche i 7000 dollari a FEU, facendo registrare incrementi su base settimanale che non si vedevano dai tempi della pandemia” afferma preoccupata la fondatrice della casa di spedizioni Alix International, Alice Arduini. “La scarsa offerta di navi continua a combinarsi con l’elevata domanda di merci e sta peraltro diventando sempre più difficile anche soltanto riuscire a reperire container disponibili nei principali porti cinesi”.

E’ la società di analisi Container XChange a sottolineare come i recenti sviluppi dovuti alla situazione congiunturale abbiano innescato significativi aumenti nei prezzi dei contenitori, specie in Cina, dove un box da quaranta piedi ha raggiunto a inizio maggio un valore di 2500-2700 dollari.

Per il fondatore di Container Xchange, Christian Roeloffs, gli effetti della sospensione dei tragitti nel Mar Rosso da parte dei maggiori carrier consisteranno in una progressiva riduzione delle navi e dei container disponibili sul mercato, con un impatto evidente sul livello di operatività di molti scali portuali, costretti a dover affrontare nuovi, possibili, problemi di congestione per effetto del prolungamento dei viaggi est-ovest e della ritardata consegna di molte merci.

A indicare che nelle prossime settimane si assisterà a un aumento dei prezzi dei container è anche il Container Price Sentiment Index, l’indice sviluppato dalla società di analisi per monitorare lo stato d’animo dei professionisti della supply chain rispetto all’andamento del mercato dei box. Se dopo il crollo del ponte di Baltimora il suo valore aveva toccato, in una scala da 0 a 100, valori compresi tra i 67 e i 71 punti, oggi si è attestato su un range leggermente più basso, 36-41. Secondo Roeloffs, ciò indica come gli operatori del settore si aspettino per i prossimi mesi aumenti stabili e graduali dei prezzi dei container nel trasporto merci globale.

Non fa eccezione Alice Arduini, che sottolinea come la peak season sia di fatto iniziata in anticipo quest’anno, dal momento che gli spedizionieri europei hanno già prenotando tutti gli slot disponibili a bordo nave per imbarcare la merce invernale dall’Asia. “Si tratta di una corsa agli slot ampiamente sostenuta dalla scarsa disponibilità di navi e container” afferma.

Commentando l’andamento delle tariffe spot dall’Asia all’Europa e quelle del trade transpacifico, anche il ceo di Vespucci Maritime, Lars Jensen, ha parlato di un ritorno al periodo buio della pandemia: “I tassi spot dall’Asia al Nord Europa sono ora leggermente più alti rispetto ai valori di picco che hanno raggiunto a gennaio, subito dopo lo scoppio della crisi del Mar Rosso e sono ora a un livello che non si vedeva da settembre 2022” fa osservare, aggiungendo come i valori sul trade Asia-Mediterraneo, in calo di 900 dollari a FEU rispetto al picco di gennaio 2024, siano comunque aumentati di 1777 dollari a FEU nelle ultime tre settimane.

Sul trade transpacifico la situazione è ancora peggiore: “i trassi tra l’Asia e la west coast USA sono aumentati di 1900 dollari a FEU nelle ultime tre settimane e sono superiori di 500 dollari rispetto al picco di gennaio 2024. Anche in questo caso, siamo di fronte a valori che non si vedevano da settembre 2022”.

Quanto ai servizi di collegamento tra l’Asia e la East Coast statunitense, “i tassi sono aumentati di 2100 dollari a FEU nelle ultime tre settimane e hanno superato il picco dall’inizio del 2024”.

Insomma, secondo l’esperto analista stiamo rivivendo una situazione congiunturale non molto diversa da quella che la logistica ha dovuto affrontare durante la pandemia: “E’ stato solo in questo periodo che i noli hanno fatto registrare aumenti simili in appena tre settimane” è il suo commento finale.

“E’ proprio come ai tempi del Covid – rimarca Alice Arduini – ,oggi come allora i servizi di collegamento restano scadenti: le navi fanno più trasbordi, facendo scalo su altri porti prima di arrivare in Italia. Le schedule programmate non vengono di fatto rispettate. I clienti sono arrabbiati perché la merce non arriva nei tempi previsti e in molti stanno valutando l’opportunità di ricorrere a una via di trasporto alternativa, come quella del treno”.

La differenza di costo tra il trasporto marittimo e quello ferroviario non è oggi più così ampia da disincentivare l’utilizzo della rotaia: “Il nolo di un container su un treno costa sugli 11-12.000 dollari a FEU, 4000/5000 dollari in più rispetto ai valori attuali del trasporto marittimo. Non si tratta di una differenza così grande, soprattutto se si pensa al fatto che il treno, pur impiegando più tempo per arrivare a destinazione, è comunque oggi più affidabile della nave”.

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