Sburocratizzare, digitalizzare e investire nelle infrastrutture. Per il direttore generale di Spediporto, Giampaolo Botta, sono queste le priorità che il Governo deve mettere al primo posto per l’utilizzo dei fondi del Recovery Fund.
In una video intervista rilasciata a Port News – la prima di un ciclo che vedrà interessati nei prossimi mesi esperti della portualità, dei trasporti e della logistica – Botta ritiene di condividere le preoccupazioni di quanti – a cominciare dal presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, per finire con l’avvocato Maurizio Maresca – hanno espresso nei giorni scorsi forti preoccupazioni in ordine al rischio di un utilizzo improprio delle risorse che Bruxelles intende assegnare all’Italia nell’ambito del Next Generation EU.
«Mi sento di condividere le riflessioni di Merlo. Per buon senso. Ad oggi non siamo stati in grado di avere né visione né strategie. Come possiamo immaginare che la situazione cambierà quando ci pioveranno in testa i miliardi promessi dall’Unione Europea? Ci sarà, probabilmente, da parte dei soggetti interessati una rincorsa a presentare una variegata molteplicità di progetti pur di accaparrarsi qualcosa».
Botta va anche oltre il ragionamento del n.1 di Federlogistica: «Spero che l’UE ci osservi e ci controlli. Abbiamo bisogno di idee vincenti realizzabili e abbiamo bisogno di persone capaci e competenti che sappiano gestire le risorse rilevanti avendo in mente una visione strategica sostenuta dal più ampio consenso territoriale». Nell’elenco delle priorità di Botta figurano la necessità di una sburocratizzazione «reale e non finta, solo sulla carta», e di una maggiore spinta verso la digitalizzazione e l’infrastrutturazione.
Nel corso dell’intervista, il direttore generale di Spediporto ha toccato anche altri temi, soffermandosi in primis sul caos autostrade: «I disagi sulle autostrade liguri – afferma – hanno penalizzato e penalizzeranno per i prossimi cinque anni tutto il Nord Ovest del Paese. Siamo davanti a una emergenza nazionale».
Botta parla della Liguria come di un’Isola: «Ci troviamo in un territorio che non è mai stato premiato da scelte lungimiranti riguardo alle infrastrutture terrestri e ferroviarie e che oggi risulta ulteriormente penalizzato dalla situazione di difficoltà in cui si trova l’aeroporto. Nei prossimi anni dovremo gestire 285 cantieri. Non sarà facile anche se il MIT ha promesso che ci coinvolgerà direttamente nelle fasi di programmazione degli interventi, dandoci modo di avvisare e coordinare la logistica».
Per il manager, la situazione in cui versa la logistica italiana è altrettanto complicata: «Siamo un servizio essenziale per il Paese. Le imprese hanno operato in un momento di emergenza rinunciando alle marginalità e assorbendo buona parte dei costi legati alla sicurezza e al trasporto. Una grande parte del settore è in profonda crisi ed esprime forte preoccupazione riguardo alla possibilità che l’economia non riesca a riprendersi in tempi ragionevoli, tali da consentire loro di uscire dal fango».