Il Tribunale di Milano ha accolto la domanda dei commissari di Tirrenia, in amministrazione straordinaria, e ha disposto il sequestro dei beni di Onorato Armatori, la holding che controlla Moby e CIN (ex Tirrenia), per un importo di 20 milioni di euro
Sulla base di una nota diffusa dai legali di Tirrenia, sarebbe dunque stata riconosciuta “la responsabilità della holding” degli Onorato, “per aver drenato risorse di Cin per oltre 210 milioni così da impedire a quest’ultima di ripagare all’amministrazione straordinaria il prezzo di 180 milioni per la cessione della flotta”.
La limitazione del sequestro all’importo di 20 milioni è dovuta alla presumibile possibilità di Cin di ripagare parzialmente il debito nei confronti di Tirrenia nell’ambito del piano di concordato attualmente in corso di approvazione presso il Tribunale di Milano.
Per il Gruppo Onorato, il provvedimento di sequestro sarà oggetto di reclamo dinnanzi al Tribunale di Milano. In una nota diffusa dalla società si legge come l’azione intentata da Tirrenia nei confronti della Onorato Armatori sia “interamente fondata su una relazione resa dalla dott.ssa Stefania Chiaruttini, in posizione di evidentissimo conflitto d’interessi, per essere contestualmente consulente sia di Tirrenia in A.S. che dell’Attestatore del piano di ristrutturazione del Gruppo”
Tale azione, per altro, “si inserisce in un contesto in cui il Gruppo Onorato, che sta ricevendo il sostegno delle Banche e della maggioranza dei Bondholders, ha più volte presentato a Tirrenia in A.S. una proposta di ristrutturazione con dei ritorni che rappresentano ununicum in un simile scenario”.
Nella nota si evidenzia che «nel frattempo il Gruppo Onorato ed i consulenti dello stesso continueranno le già riavviate trattative con Tirrenia in A.S. nella speranza che il Ministero dello Sviluppo Economico, così solerte nel farsi parte attrice per i disservizi di un noto provider di intrattenimento calcistico via web, dia finalmente una risposta ai numerosi solleciti ricevuti dalla Compagnia e dalle parti sociali, con 6.000 famiglie in attesa di riscontro positivo da parte del MISE, ultimo tassello mancante alla definizione del piano di ristrutturazione del Gruppo Onorato i cui risultati commerciali ed industriali hanno superano ampiamente la crisi del COVID e le previsioni.»