Nel mese di febbraio la Task force sui Trasporti sulla Connettività per l’Africa ha consegnato il suo report finale.
I due continenti hanno intrapreso da tempo il percorso di una più stretta collaborazione, anche nel settore dei trasporti, in particolare attraverso la stesura dei Regional Transport Action Plan (RTAP) nel periodo 2007-2013 e nel 2014-2020.
Nonostante un interscambio significativo (circa 300 miliardi di euro nel 2019, con una quasi parità tra import ed export), le interconnessioni fra i sistemi di trasporto europeo ed africano, come anche il grado di apertura del mercato ad imprese europee, sono ancora limitate e insufficienti a soddisfare le esigenze di crescita del continente.
Il report cita fra le cause di queste difficoltà le procedure di sdoganamento e rilascio delle merci, tutt’oggi farraginose, le vigenti limitazioni alla libertà contrattuale, con l’obbligo ad esempio in alcuni Paesi di avvalersi di agenzie controllate dai governi per la gestione di pratiche relative al trasporto di merci, fino all’interferenza delle stesse Autorità portuali in alcune nazioni, che fissano le tariffe per la movimentazione dei carichi in transito negli scali marittimi.
Le attuali criticità nell’interscambio euro-africano non sono superabili solamente con una più forte cooperazione e programmazione dei servizi e delle infrastrutture. Servono nuovi e ulteriori investimenti che comportano al momento la necessità di ricorrere, oltre che ad esperti e consulenti stranieri per pianificare e costruire le reti infrastrutturali, anche a un elevato fabbisogno di capitali esteri per completare i piani di sviluppo del settore (stima del 4% del PIL annuo africano, comprese le manutenzioni).
Indubbiamente, una migliore armonizzazione delle procedure e delle politiche di trasporto fra Paesi africani potrebbe in tal senso contribuire a connessioni più efficaci mentre, dal lato euro-mediterraneo, si segnala che ad oggi manca ancora una mappa delle interconnessioni individuate fra reti TEN-T (vale a dire le reti di trasporto trans-europee) e le omologhe reti di trasporto africane.
Le raccomandazioni e gli sviluppi, che delineano la strategia di cooperazione fra Unione Europea ed Africa si basano su una previsione di crescita progressiva dell’integrazione politica ed economica fra gli stati africani. Che risulta ancora piuttosto limitata, soprattutto se pensiamo che gli scambi merci tra i Paesi africani coprono una quota di commercio che resta al di sotto del 20% del totale, mentre la quota di commercio che America, Asia e Europa riservano ai scambi intra-continentali sono rispettivamente pari al 55, 59 e 68% del totale. Ciò significa, evidentemente, che i mercati nazionali africani sono tra di loro ancora poco interconnessi.
E, per quanto riguarda più nello specifico il settore dei trasporti, si renderà necessario un lungo percorso di armonizzazione regolatoria, investimenti per il trasferimento modale e la creazione di una vera rete trans-mediterranea di trasporto, collegata alle TEN-T europee attraverso connessioni di Autostrade del Mare tra i porti europei e africani. In questo, i gli scali marittimi saranno quindi chiamati a un grande sforzo per migliorare la connettività complessiva del Continente, tenendo anche conto che vi sono numerosi Paesi africani privi di accesso al mare e quindi con gravi e perduranti problemi ad accedere ai mercati internazionali.