Lo scorso 29 maggio la Commissione europea ha pubblicato la proposta di Regolamento per la futura cooperazione Interreg e di Vicinato, supportata con i fondi FESR (Fondi Europei di Sviluppo Regionale) nel periodo 2021-2027. Se sarà adottata in questa forma dal Parlamento e dal Consiglio, la proposta comporterà la scomparsa di tutti i programmi di cooperazione transfrontaliera marittima, incluso quindi l’Interreg IT-FR MARITTIMO, e la loro sostituzione con programmi transnazionali di bacino (gruppo 2 dei progetti Interreg, suddivisi fra programmi transnazionali e strettamente di cooperazione marittima). Soltanto le regioni terrestri potranno quindi continuare a beneficiare dei programmi transfrontalieri: rispetto allo scenario attuale (vedi immagine), la cartina della cooperazione territoriale è destinata a cambiare profondamente.
L’orientamento della Commissione va quindi verso il superamento della dimensione corrente transfrontaliera e regionale e l’allargamento a una prospettiva di bacino che includa anche i Paesi non europei nella cooperazione territoriale. Se da un lato depotenzia il focus meritorio sulle esigenze delle regioni insulari presente nell’attuale cooperazione Interreg, tale prospettiva tiene tuttavia giustamente in considerazione la prossima uscita del Regno Unito dall’Unione Europea e della dimensione necessariamente di macro-area della cooperazione marittima, che solo con difficoltà può essere delimitata a una sfera squisitamente regionale. A favore della creazione di questa macro-area si è peraltro già espresso il position paper che a metà maggio è stato sottoscritto dall’ingegner Stefano Corsini, presidente dell’AdSP Mar Tirreno Settentrionale.
Il finanziamento dei nuovi programmi di cooperazione territoriale europea per il periodo 2021-2027 dovrebbe ammontare a complessivi 2,6 miliardi di euro, concentrati in investimenti su massimo 3 obiettivi tematici.