La Commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc ha deciso di dedicare il 2018 al trasporto multimodale e, nell’ambito delle diverse iniziative predisposte su questo tema, ha fatto redigere uno studio che mette in comparazione i costi sociali e ambientali delle diverse modalità di trasporto (stradale, ferroviario, marittimo e aereo) con l’onere fiscale che grava su queste. Com’era prevedibile, è risultato che il trasporto su strada genera i maggiori costi esterni, seguito dal trasporto su vie d’acqua e dal trasporto ferroviario, con una differenza comunque fra trazione diesel ed elettrica.
Dal momento che il carico fiscale non si distribuisce in modo altrettanto omogeneo sulle diverse modalità di trasporto, si è deciso di sottoporre a revisione la Direttiva sul trasporto combinato, risalente al 1992, con la Proposta di Direttiva COM(2017)648, al fine di aumentare ulteriormente l’internalizzazione dei costi esterni associati alle modalità di trasporto meno efficienti ed equilibrare così il rapporto tra costi e benefici per l’utenza e la cittadinanza.
Il trasporto multimodale potrà quindi trarre vantaggio da misure di incentivazione e di semplificazione del trasporto combinato, che non prevedono obblighi per gli operatori ma mirano piuttosto a costituire un quadro di riferimento favorevole a modalità di trasporto più efficiente a livello europeo. Questo evidentemente comporta la necessità di interventi sull’armonizzazione delle procedure autorizzative, sulla strumentazione ICT comune per la gestione e la tracciabilità della spedizione e su un ulteriore crescita dell’internalizzazione dei costi del trasporto su strada. A titolo di esempio, la difficoltà di tracciare il carico costituisce da sola il 3% dell’aggravio dei costi del trasporto intermodale rispetto al costo tutto strada, e l’11% degli extra costi invece è attribuibile alla mancanza di un’armonizzazione comunitaria delle procedure e dei documenti.