Mentre l’Unione Europea sta complessivamente riuscendo a ridurre le emissioni di gas serra rispetto ai livelli registrati nel 1990, ponendosi come obiettivo raggiungibile quello di abbatterle del 26% entro il 2020, nel settore dei trasporti si sta registrando un trend opposto, con una risalita dei livelli di inquinamento.
A certificarlo è il Report annuale dell’Agenzia Europea per l’Ambiente per i 28 Paesi UE più l’Islanda, da cui evince come in un trend di diminuzione dell’inquinamento atmosferico prodotto a livello europeo, il settore dei trasporti sia stata l’eccezione più rilevante. Tra il 2013 e il 2017 sono infatti aumentati i livelli di inquinamento associati, soprattutto le emissioni dovute al trasporto stradale di merci e di passeggeri, con un incremento non marginale legato anche alle emissioni del trasporto aereo.
Stando al consuntivo degli ultimi trent’anni, nel campo della mobilità l’obiettivo di un modello più efficiente e sostenibile appare ancora lontano.
Mentre infatti nel periodo 1990-2017 il reddito globale dei Paesi analizzati cresceva del 58%, con le emissioni di gas serra che s del 23%, la CO2 equivalente utilizzata per la mobilità delle merci e delle persone è aumentata di 170 milioni di tonnellate.
Si tratta di un fattore di non poca preoccupazione per i decisori europei, dato che i trasporti rappresentano oramai in quarto di tutte le emissioni a livello europeo, poco dietro al settore della generazione di elettricità e calore (28%), e con un’incidenza crescente nel periodo.
L’analisi del dato per singolo Paese evidenzia un incremento per quasi tutti gli Stati membri, con l’eccezione di alcuni Paesi scandinavi (come Svezia e Finlandia) e dell’Italia, passata da 102 milioni di tonnellate di CO2 equivalente a 99 milioni.
Il dato raggiunto nel 2015, 947 milioni di tonnellate per i gas serra, era del 19% superiore al dato del 1990, in buona parte spinto dal diesel per l’autotrazione.
Queste cifre fanno riflettere sulla necessità di adottare con maggiore vigore che non in passato nuove iniziative a favore della lotta all’inquinamento atmosferico, con particolare riferimento a quello generato dai combustibili per l’autotrazione.
Se la mobilità nel XXI secolo è un diritto e un fattore irrinunciabile di benessere, una maggiore efficienza non potrà che giovare il comparto, consentendo la transizione verso un modello più sostenibile nel medio e lungo termine.