Niente da fare. Richiesta rispedita al mittente. A nulla è valso il tentativo del ministro britannico dei trasporti, Grant Shapps, di salvare in extremis gli 800 dipendenti che P&O ha deciso di licenziare senza preavviso per far fronte a un momento di difficoltà congiunturale.
In una lettera inviata al ceo della società, Peter Hebblethwaite, Shapps aveva annunciato misure governative per impedire la mancata applicazione del trattamento minimo salariale previsto per la categoria. Shapps aveva inoltre chiesto a Hbblethwaite di ritrattare la propria posizione sui licenziamenti.
La risposta di Hebblethwaite è arrivata a stretto giro di posta: “Il governo – scrive a Shapps – ignora la realtà fondamentale e fattuale della situazione”. Secondo l’alto manager, il reintegro dei lavoratori porterebbe la compagnia al collasso. E le conseguenze, allora, sarebbero ben più gravi: a rischiare il posto, nella sostanza, sarebbero altri 2200 lavoratori.
“Non posso credere – dice Hebblethwaite al Ministro – che lei voglia spingere un datore di lavoro verso il fallimento, colpendo non centinaia ma migliaia di famiglie”.
Ed è stata rispedita al mittente anche la richiesta di Shapps di posticipare la deadliner fissata al 31 marzo per l’accettazione delle offerte di risarcimento da parte delle persone colpite dalla misura di licenziamento. Il ceo di P&O ha infatti ricordato che già 765 lavoratori hanno accettato la proposta di accordo.