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Report Alphaliner

Portacontainer, la flotta inattiva è ai minimi storici

di Redazione

La percentuale di navi portacontainer commercialmente inattive ha toccato il minimo storico nei primi dieci mesi del 2024. Lo certifica Alphaliner nel suo ultimo report.

La crisi di Suez e il conseguente reindirizzamento dei servizi di collegamento attorno al Capo di Buona Speranza hanno di fatto costretto i vettori ad utilizzare tutto il naviglio disponibile per soddisfare la domanda di mercato. La conseguenza diretta è stata quella di una riduzione progressiva delle navi a riposto: tra gennaio e ottobre è di fatto rimasto inutilizzato soltanto lo 0,7% della flotta globale di portacontainer.

Si tratta di un dato che secondo la consultancy firm risulta essere addirittura inferiore al già bassissimo tasso di inattività registrato tra gennaio e ottobre di due anni fa, in piena pandemia, quando il numero delle unità a riposo era arrivato a raggiungere  lo 0,9% della capacità mondiale, tra i valori più bassi mai toccati.

 

Il dato è ancora più sorprendente se si pensa a quanto nel frattempo sia cresciuta la flotta globale delle box ship, la cui capacità complessiva è passata dai 23,7 milioni di TEU del 2020 ai 30,6 milioni di TEU di oggi. Secondo quanto riportato da BIMCO, le consegne di nuove navi hanno superato quest’anno tutti i precedenti record annuali: da gennaio sono entrate in servizio 410 unità con una capacità combinata di 2,5 milioni di TEU. E di qui alla fine dell’anno sono previste nuove consegne per ulteriori 400.000 TEU.

Dall’inizio dell’anno le consegne delle newbuilding hanno di fatto aumentato le dimensioni della flotta globale dell’8,7%, una crescita che è stata conseguita anche grazie al basso livello di attività dei centri di demolizione. Sempre secondo BIMCO, tra il 2025 e il 2028 sono già state schedulate nuove consegne per un incremento medio annuale della flotta di 1,7 milioni di TEU.

Ad ottobre, dunque, il 99,3% della flotta cellulare risultava impiegata commercialmente o comunque fuori servizio per motivi non commerciali come la riparazione, la manutenzione o la conversione.

Le navi più grandi con una capacità superiore a 12.500 TEU hanno mostrato livelli di inattività prossimi allo zero nel 2024, con un trend che conferma il costante e progressivo aggravamento della pressione sulle catene logistiche determinato dalle deviazioni verso l’Africa e dal conseguente aumento delle distanze medie di navigazione.

Quantunque i vettori stiano oggi facendo effettivamente fatica a mantenere le tariffe ai livelli remunerativi registrati nei mesi passati, a causa soprattutto di un allentamento congiunturale della domanda di mercato, Linerlyitica sostiene che a novembre rimarrà inutilizzato soltanto lo 0,3% della flotta attiva: si tratta di 32 navi e di una capacità di 94.000 TEU.

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