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Gli effetti della crisi del Mar Rosso

Porti asiatici alle prese con i problemi di congestione

di Redazione

I problemi di congestione tornano a tormentare i principali scali portuali, raggiungendo a Singapore livelli critici. Ne dà conto la società di analisi Linerlytica in un report nel quale parla degli effetti negativi che il re-rouriting delle navi verso il Capo di Buona Speranza sta avendo sulle dinamiche di approvigionamento delle merce.

Il prolungamento dei viaggi est-ovest ha di fatto prodotto visibili interruzioni nella catena logistica. Nel porto asiatico, il secondo più importante al mondo per volumi di container movimentati, sono 27 ad oggi le navi in attesa di attraccare in banchina, per una capacità di 450.000 TEU. Ogni portacontainer si trova obbligata a dover sostare in media sette giorni prima di riuscire ad attraccare in porto.

I problemi di congestione di cui sta soffrendo Singapore stanno spingendo molte compagnie di navigazione a bypassare lo scalo portuale asiatico, a tutto svantaggio di altri porti inseriti nella schedule, che così si trovano a dover ricevere carichi di merce aggiuntiva.

Altri porti asiatici si trovano a dover affrontare disagi crescenti, come quello di Shanghai, di fronte alle cui banchine ci sono ben 51 navi in attesa di attraccare. Nel porto cinese di Qingdao, sono addirittura 59 le portacontainer in rada, per quasi 226mila TEU.

A livello globale, sono centinaia le navi ad oggi in fila, in attesa di entrare nei porti schedulati, per un totale di 2milioni di TEU. Si tratta del 7% della flotta.

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