Sono apparse nei giorni scorsi alcune notizie relative al ricorso presentato dall’Autorità portuale di Bilbao nella procedura SA.38397 avente ad oggetto la tassazione delle Autorità portuali in Spagna.
Riassumendo, l’ente ha impugnato davanti al Tribunale dell’Unione europea la decisione della Commissione Europea, che impone alla Spagna di eliminare le agevolazioni fiscali previste per le autorità portuali iberiche, considerandole a tutti gli effetti un aiuto di Stato vietato dall’art. 107 del TFUE.
Va in primo luogo precisato che la Spagna aveva aderito alle richieste della Commissione e aveva accettato di tassare i canoni per l’uso dei beni, ossia dei terminal.
In ragione di questa accettazione incondizionata da parte delle Autorità spagnole, la Commissione non è andata avanti nella procedura d’infrazione ex art. 296 TFUE e non ha deferito la Spagna alla Corte di giustizia. In quel momento, quindi, la procedura SA.38397 si è conclusa e hanno cominciato a decorrere i termini per l’impugnazione.
In questo contesto, le singole Autorità portali spagnole si sono trovate a subire la decisione del Governo, e quindi di Puertos del Estado, accettando le condizioni della Commissione europea senza passare per un vaglio della Corte di giustizia.
Di conseguenza, le autorità portuali che non fossero state d’accordo con il Governo spagnolo, e probabilmente Puertos del Estado, non avevano alternative se non impugnare autonomamente la decisione presso la Corte di giustizia dell’Unione europea.
Questo è esattamente quanto avvenuto: l’Autorità portuale di Bilbao ha impugnato la lettera della Commissione europea accettata dal Governo Spagnolo. È pertanto possibile aspettarsi un processo a Lussemburgo diverso dai soliti: Regno di Spagna e Commissione europea da un lato e Autorità portuale di Bilbao dall’altra.
La situazione non è paragonabile, sotto il profilo giuridico a quella italiana. Se è vero che l’Italia ha preso posizioni altalenanti sul tema e non ha mai trasmesso alla Commissione né una ferma opposizione né un’accettazione, la decisione della Commissione nei confronti dell’Italia non ha concluso il procedimento d’infrazione. Infatti, a valle delle osservazioni che l’Italia può proporre la Commissione potrà portare l’infrazione presso la Corte di giustizia di Lussemburgo.
Pertanto un processo sulla posizione italiana verosimilmente si verificherà ma in un contesto diverso da quello spagnolo: non sarà un processo di impugnazione da parte di un soggetto contro una decisione della Commissione accettata dallo Stato ma sarà un processo che vedrà Commissione contro Repubblica Italiana e sarà possibile l’intervento di tutti i soggetti interessati (ossia, ad esempio, di tutte le Autorità di sistema portuale).
Insomma, sotto il profilo giuridico e procedimentale la Spagna appare divisa al suo interno e tale divisione viene portata dall’Autorità portuale di Bilbao all’attenzione della Corte di giustizia di Lussemburgo.
L’Italia, invece, complice forse la vocazione tradizionalmente poco decisionista, ha preso tempo e le diverse posizioni presenti a livello nazionale possono ancora essere fatte valere tanto nella procedura presso la Commissione europea quanto, nel probabile processo che potrebbe essere sollevato contro la Repubblica Italiana a seguito dell’eventuale accertamento definitivo dell’infrazione.