A più di due mesi dall’approvazione in Consiglio dei Ministri, non smette di sollevare interrogativi il DDL Concorrenza, per il quale è stato avviato l’iter di discussione in Parlamento.
L’ultimo in ordine di tempo ad esprimere le proprie preoccupazioni è il presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri. Lo ha fatto ieri, durante una audizione in Commissione Industria al Senato, soffermandosi sulle novità contenute all’art.3 del disegno di legge, che vanno a novellare integralmente l’articolo 18 della legge 84/94 dedicato alle modalità di rilascio delle concessioni di aree demaniali e banchine.
Tre le criticità sottolineate da Giampieri. La prima: nella sua versione originaria, il comma 1 dell’art.18 stabiliva che fosse il Ministero delle Infrastrutture, di concerto con quello dell’Economia, a stabilire con proprio decreto le modalità di affidamento delle concessioni, definendo in particolar modo la durata e le modalità di rinnovo delle concessioni, i poteri di vigilanza e controllo delle autorità concedenti e i limiti minimi dei canoni che i concessionari sono tenuti a versare. Si tratta, insomma, del famoso regolamento per il rilascio concessioni, fino ad oggi mai adottato dal Ministero.
L’art. 3 del ddl Concorrenza interviene pesantemente sul comma 1, sopprimendo la previsione del decreto attuativo per il rilascio delle concessioni. Conseguentemente, viene anche soppresso il comma 3 dell’art. 18 che impone l’adeguamento del decreto attuativo di cui al comma 1 alle normative comunitarie.
Per Giampieri si tratta di un errore, anzi, di uno stravolgimento che va ad impattare pesantemente sull’impianto normativo della 84/94: «Il regolamento sulle concessioni deve essere mantenuto nelle competenze del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, che è anche il Ministero organo superiore di vigilanza delle AdSP» ha affermato Giampieri durante l’audizione. «Le regole vanno attualizzate ma il Sistema di organizzazione dei porti non può essere stravolto».
Per Giampieri l’originaria previsione dell’adozione del Regolamento per mano del Ministero «serve ad evitare l’atomizzazione e sovrapposizione dei soggetti con competenze sulla materia. Le concessioni devono avere un unicum sia come logica, che come strategie e regole: non ci possono esse regole diverse in tutta Italia. Al MIMS occorre lasciare il governo della strategia complessiva sulla portualità italiana. Si tratta di una questione di non banale importanza».
Altra criticità è rappresentata dalla soppressione del “vecchio” comma 4, che all’art.18 prevedeva la possibilità per le Autorità Portuali di concludere, previa delibera del comitato di gestione, accordi sostitutivi della concessione demaniale ai sensi dell’art.11 della legge n.241 del 1990. Nella sostanza, si tratta di accordi che l’amministrazione procedente può concludere con gli interessati al fine di determinare il contenuto discrezionale del provvedimento, oppure in sostituzione di questo. «Tale possibilità deve essere mantenuta in capo alle AdSP – ha detto Giampieri -, si tratta di una disposizione che garantisce alle Autorità di Sistema Portuali la necessaria flessibilità operativa in un contesto di mercato in continua evoluzione».
Giampieri si è poi soffermato sul comma 7 della legge 84/94 che, nella nuova disposizione proposta, abolisce il divieto di cumulo delle concessioni demaniali nei porti di rilevanza economica internazionale e nazionale. «La previsione pone potenziali criticità» ha affermato il n.1 di Assoporti, «In sostanza, nei porti di rilevanza nazionale e internazionale, un imprenditore che abbia ottenuto una concessione può essere al tempo stesso concessionario di un’altra area demaniale destinata allo stesso uso strategico. E’ importante che questa previsione abbia regole e norme chiare che impediscano lo scivolamento verso posizioni dominanti o situazioni di monopolio».
Il presidente di Assoporti ha infine voluto ricordare che è tutt’ora pendente presso il Tribunale di Lussemburgo il ricorso con il quale le Autorità di Sistema, e Assoporti in audiuvandum, hanno contestato la decisione della Commissione Europea di imporre alle Port Authority italiane la soppressione della presunta esenzione dall’IRES sull’entrate portuali. «La sentenza, che è attesa per l’Estate, potrebbe stravolgere completamente il nostro Sistema Portuale e potrebbe farlo in un momento storico molto delicato, nel quale il Mediterraneo sta ritrovando la sua centralità strategica» ha concluso.