Una prima inversione di tendenza rispetto ai risultati del 2020. La certifica il Centro Studi Fedespedi nel suo 18° quadrimestrale di informazione economica, “Fedespedi Economic Outlook”.
Dopo la flessione dello scorso anno, i porti italiani sono tornati a crescere, recuperando i volumi pre-pandemia: nel I semestre del 2021 sono stati infatti movimentati 3,945 milioni di Teu, un aumento del 10,9% senza Gioia Tauro e del 4,6% con Gioia Tauro rispetto allo stesso periodo del 2020.
Il report sottolinea come la flessione registrata dallo scalo calabrese sia legata soprattutto al minor volume di transhipment (29,5% del totale, era del 39% nel 2019) verso gli altri porti adriatici come Venezia, Ravenna e Ancona, non totalmente compensato dalla crescita dei traffici hinterland (70% del totale, erano il 61% nel 2019). Tra gli altri porti, viene sottolineato il recupero di La Spezia (+27,6%), dopo le difficoltà dei mesi scorsi, e di Genova (+15,7%).
Nel I semestre del 2021, i porti censiti del Mediterraneo (non italiani) hanno movimentato 10,9 milioni di Teu con un aumento del +6,6% rispetto al 2020. In decisa crescita i porti spagnoli di Barcellona (+31%) e Valencia (+11,7%), mentre flette il traffico di Algeciras (-9,1%), porto che risente della concorrenza di Valencia e soprattutto di Tanger Med. Nello stesso periodo, i porti del North Range hanno evidenziato una crescita del 9,0%, con 22,2 milioni di Teu movimentati.
Per quanto riguarda l’andamento dei costi del trasporto marittimo, a partire da fine 2020 i noli marittimi hanno avuto un impressionante rialzo: fatta 100 la media dei noli di gennaio 2020, a metà settembre 2021 essi hanno toccato quota 472 sulla tratta Cina-Nord Europa e 419 su quella Cina-Mediterraneo, mentre l’indice generale ha toccato quota 334.
L’ascesa dei noli, a partire da luglio, sembra aver subito un certo rallentamento, dando l’impressione che il momento più critico potrebbe essere stato superato. L’ulteriore e continua crescita dei noli nel corso del 2021 e le misure di contenimento dei costi hanno permesso alle compagnie marittime di ottenere significativi aumenti del fatturato, e ottimi risultati in termini di utili finali, che si collocano abbondantemente sopra il 20% del fatturato.