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Report di Xeneta

Quelli che a volte vanno in bianco

di Redazione

I blank sailing continuano ad essere, per i big carrier, uno degli strumenti principali per mantenere stabili le tariffe di trasporto o per evitarne comunque il deterioramento. Un’arma che i liner hanno utilmente usato in questi ultimi mesi per contrastare lo slowdown delle esportazioni asiatiche, danneggiate dalle politiche zero-Covid applicate a Shanghai e in altre città della Cina. Ma non sempre sono stati raggiunti i risultati sperati.

Lo rileva l’ultimo container rate update pubblicato dalla società di analisi Xeneta, che evidenzia come nelle ultime settimane sia complessivamente aumentato il numero delle “partenze in bianco” lungo le principali rotte asiatiche.

Il trade più colpito risulta quello transpacifico che collega il Far East e la West Coast USA. Si tratta, per altro, del collegamento che su base annuale ha subito il maggior declino della domanda di mercato, con una diminuzione del 3,5% su base annuale dei volumi trasportati nel primo trimestre.

Tra il 4 Aprile e l’8 Maggio sono state registrate 63 cancellazioni. Complessivamente, sono stati rimossi dal mercato 517.300 TEU, il 25% della capacità originariamente offerta.

Questo trade è stato, inoltre, l’unico, ad aver fatto registrare, nelle ultime cinque settimane, un aumento delle tariffe spot, che ad inizio maggio hanno raggiunto quota  9.250 dollari per ogni container da 40 piedi trasportato (FEU). L’incremento delle rotazioni cancellate lungo la rotta sarebbe dunque giustificato dall’ovvia volontà dei carrier di mantenere i livelli di nolo raggiunti attraverso il controllo dell’offerta di stiva. E, sotto questo punto di vista, l’obiettivo sarebbe stato ampiamente centrato.

Se sul commercio della costa occidentale degli Stati Uniti, la strategia di riposizionamento strategico del tonnellaggio sembra aver dato i suoi frutti,  negli altri due trade presi in esame dalla società di consulenza, la politica di contingentamento della capacità di stiva offerta non ha consentito alle compagnie di navigazione di mantenere in crescita le tariffe di nolo.

I collegamenti tra l’Asia alla East Coast Americana hanno infatti avuto un andamento diametralmente opposto. In presenza di un cospicuo aumento dei volumi trasportati, le spot rate sono diminuite di 380 dollari nelle ultime cinque settimane, posizionandosi a quota 11.600 dollari per ogni container da 40 piedi trasportato. Anche il numero di blank sailing risulta essere comparabilmente molto più basso di quello registrato lungo la rotta transpacifica: tra il 4 Aprile e l’8 Maggio è stato rimosso dal mercato il 10% della capacita di stiva inizialmente offerta, per un totale di 263.500 TEU.

Citando Container Trade Statistics, Xeneta riporta come, rispetto alle settimane precedenti, questa rotta commerciale sia stata l’unica ad aver visto diminuire il numero delle partenze cancellate, per via della necessità di soddisfare una domanda di mercato che si è attestata su livelli più alti rispetto a quella transpacifica.

Nonostante l’interruzione delle partenze, la capacità disponibile rimane comunque sufficientemente alta da far diminuire i tassi spot.

Il commercio dall’Estremo Oriente al Nord Europa ha fatto registrare il calo maggiore delle tariffe di trasporto spot, in diminuzione di 770 dollari per FEU. Tra il 4 Aprile e l’8 Maggio sono stati rimossi dal mercato 223.000 TEU, il 13% della capacità originariamente offerta.

Il numero di partenze in bianco dall’Estremo Oriente al Nord Europa non è aumentato in modo significativo rispetto all’inizio del 2022. Nonostante i volumi siano diminuiti, la capacità offerta su questo commercio è risultata maggiore che non nel 2021. Cosa, quest’ultima, che a sua volta ha esercitato pressioni ribassiste sulle tariffe di trasporto, in costante diminuzione rispetto alle prime settimane del 2022.

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