© Gage Skidmore (CC BY-SA 2.0)
News

Retromarcia di Trump sull’abolizone del de minimis

di Redazione

Retromarcia della Casa Bianca sull’abolizione del de minimis.

Dopo aver emesso, la scorsa settimana, un ordine esecutivo che di fatto aveva eliminato il cavillo che consentiva agli esportatori di spedire dalla Cina pacchi di valore sotto gli 800 dollari negli Stati Uniti in regime di esenzione doganale, l’amministrazione Trump ha deciso ora di rivedere parzialmente quel provvedimento, posticipandone l’entrata in vigore fino a quando il segretario del commercio non avrà adeguatamente valutato l’adeguatezza dei sistemi di elaborazione e riscossione delle entrate tariffarie applicabili agli articoli oggi idonei al trattamento de minimis.

Ciò implica che Washington è al momento impreparata a gestire l’enorme flusso di prodotti comprati dagli utenti americani sulle piattaforme on-line cinesi e in arrivo nel continente americano. Arrivano in media quattro milioni di pacchi al giorno.

Il passo indietro di Trump sembra essere infatti una risposta alla massiccia confusione che si è venuta a produrre nel settore a causa del cambiamento delle regole in corso e dell’accumulo di pacchi nelle strutture aeroportuali statunitensi. Dal 2023, i venditori cinesi e statunitensi si sono affrettati a sfruttare il de minimis, che richiede anche una documentazione doganale limitata.

La US Customs and Border Protection è l’agenzia principale che deve rendere operativa l’abolizione de minimis, ma sono coinvolte anche altre agenzie.

Lo scorso weekend, senza preavviso, l’amministrazione Trump ha eliminato l’esenzione per il de minimis e ha imposto una tariffa del 10% su tutti i prodotti cinesi. La mossa ha effettivamente reso i pacchi diretti al consumatore soggetti a tariffe fino al 38% se si contano le tariffe precedenti.