Rilasciare e consentire quanto prima il rimpatrio dell’equipaggio della Wakashio. Lo chiede a gran voce la Federazione internazionale dei lavoratori dei trasporti, esprimendo profonda preoccupazione per il trattamento riservato ai marittimi della nave, trattenuti agli arresti domiciliari da oltre un anno presso un hotel locale delle Mauritius.
“Siamo preoccupati per la mancanza delle necessarie tutele legali – ha dichiarato il presidente della sezione marittimi dell’ITF, David Heindel – riteniamo che il trattamento subito dall’equipaggio violi i loro diritti umani”:
La nave, di proprietà di Nagashiki Shipping e noleggiata da Mitsui OSK Lines, è andata ad arenarsi contro la barriera corallina il 25 luglio dello scorso anno. Quasi tre settimane dopo si è spezzata in due, versando 1.000 tonnellate di olio combustibile nelle acque incontaminate intorno all’isola.
Dopo il fermo, il capitano Sunil Kumar Nandeshwar e il capo ufficiale Tilakaratna Subodha sono stati arrestati dalle autorità mauriziane. La maggior parte del resto dell’equipaggio è stata detenuta agli “arresti domiciliari” e trattenuta in un hotel locale.
In una lettera al presidente delle Mauritius Prithvirajsing Roopun, l’ITF ha chiesto una “conclusione rapida” della vicenda. Alcuni marittimi non vedono le loro famiglie da più di due anni, dato che erano a bordo della nave da 12 mesi o più quando si è verificato l’incidente.