“P&O ci ripensi e richiami al proprio posto di lavoro gli 800 dipendenti licenziati”. Quella del Ministro dei Trasporti, Grant Shapps, è l’ultima chiamata per ricostruire la fiducia che la società operativa nel trasporto traghetti ha minato con “il proprio atteggiamento irresponsabile”.
Non ci sono altre possibilità. Lasciare o prendere. Shapps mette le cose in chiaro in una lettera inviata al ceo di P&O Ferries, Peter Habblethwaite, nella quale rimprovera al vertice della società di aver deliberatamente violato la legge britannica sul lavoro.
Facendo riferimento all’ultima audizione tenuta da Habblethwaite presso il comitato ristretto congiunto dei trasporti e degli affari del Parlamento, durante la quale lo stesso ceo ha ammesso di non aver voluto consultare i sindacati circa l’intenzione della società di licenziare senza preavviso gli 800 dipendenti, Shapps ha annunciato di voler portare in Parlamento un pacchetto di misure per proteggere i marittimi “da questo tipo di azioni”.
Nella sostanza, l’obiettivo è quello di obbligare gli operatori dei traghetti a pagare il salario minimo aziendale previsto dalla contrattazione collettiva. Cosa che P&O non farebbe, dal momento che i nuovi dipendenti ingaggiati da Agenzie terze per sostituire quelli licenziati vengono pagati appena 5,5 sterline all’ora, ovvero 3,41 sterline all’ora in meno rispetto a quelle previste dall’UK minimum wage.
Shapps vuole insomma convincere P&O a fare retromarcia sul licenziamento collettivo dei propri dipendenti. “You have the opportunity to reverse this decision by immediately offering all 800 workers their jobs back on their previosu terms” afferma il ministro.
Secondo Shapps, il ripensamento sulla questione è l’unica scelta che il ceo di P&O può prendere per ricostruire la propria reputazione.
My letter to P&O boss makes clear that this government will not stand by while the requirement to treat seafarers with due respect and fairness is brazenly ignored. pic.twitter.com/4ozBsydJPC
— Rt Hon Grant Shapps MP (@grantshapps) March 28, 2022