I problemi di congestione portuale che per tutto il periodo pandemico hanno creato non poche interruzioni alla catena di approvigionamento delle merci, deteriorando l’affidabilità delle schedule programmate, non sono ancora un ricordo del passato. Anzi, la recrudescenza dei contagi in Cina ci ricorda quanto sia fragile il sistema trasportistico mondiale.
Secondo quanto riporta Linerlytica, la scorsa settimana le portacontainer coinvolte dal peggioramento della port congestion, hanno toccato per la prima volta il 14% della flotta mondiale. La prospettiva è che la situazione vada ulteriormente a deteriorarsi per effetto del blocco in due fasi disposto dal Governo di Shanghai con lo scopo di avviare uno screening di massa e prevenire, quindi, la diffusione dei contagi.
La misura governativa che dal 28 Marzo ha posto in lockdown tutta l’area di Pudong, sede del distretto finanziario e dell’omonimo aeroporto, ha già creato non pochi disagi. Sebbene lo Shanghai International Port Group (SIPG) abbia sostanzialmente garantito la piena operatività in tutti i suoi terminal durante il periodo di blocco, le infrastrutture di terra e i collegamenti di trasporto da e verso l’area sono stati interrotti. Sulla base dei dati di Lloyd’s Intelligence, il numero di navi in attesa di caricare o scaricare nei porti di Shanghai e Ningbo ha toccato la soglia delle 150 unità inattive, con un incremento di quasi il 18% rispetto a cinque giorni fa.
Diversi caricatori e spedizionieri lamentano i forti disagi alimentati da questi colli di bottiglia. Ne sa qualcosa qualcosa Alice Arduini, fondatrice della casa di Spedizione Alix International: «Il mio agente in Cina mi scrive che ha difficoltà a reperire un autotrasportatore che possa prelevare la merce dalla fabbrica. Il governo ha dispiegato le forze di polizia per interrompere i flussi e la produttività delle aziende. Il porto sarà anche attivo ma se la fabbrica non può consegnare la merce, il problema rimane».
Il Covid ha contagiato anche il traffico cargo aereo: «La chiusura temporanea dell’Aeroporto di Pudong e il dirottamento della merce in altri aeroporti sta portando ad un aumento delle rate, che sono arrivate a 2 dollari al kg» afferma ancora l’Arduini, aggiungendo «come la guerra in Ucraina sta avendo un impatto negativo sui mercati: l’assenza delle compagnie aree di bandiera russe ha portato ad un ulteriore rialzo dei noli».
Anche in Europa non se la passano molto bene. I problemi di congestione si sono acuiti sia nei porti del Northern Range che in quelli del Mediterraneo. I tempi di attesa medi di una nave sono aumentati principalmente ad Anversa, Amburgo e Rotterdam: alcune navi sono oggi costrette ad aspettare in rada per più di sette giorni prima di essere “lavorate”. Nell’area Med, i porti più colpiti sono quelli spagnoli di Barcellona e Valencia, messi sotto pressione dallo sciopero indetto dagli autotrasportatori dal 14 Marzo scorso.
Complessivamente, Asia, Europa e Nord America, rappresentano l’83% della congestione globale. La flotta attiva totale ha continuato a diminuire, scendendo sotto la soglia del 60%, il livello più basso mai registrato sinora. Di fatto, la global congestion si è “mangiata” 3,5 milioni di TEU di capacità navale.
La notizia confortante, però, è che l’acuirsi dei problemi di operatività fatti registrare dagli scali cinesi non dovrebbe portare ad un incremento delle rate di nolo nel mercato spot. Anzi, è sempre Lynerlitica a sottolineare come le freight rate abbiano registrato la scorsa settimana l’undicesimo calo settimanale consecutivo, raggiungendo il minimo storico degli ultimi sette mesi. I cali più marcati sono stati registrati lungo le rotte con l’Europa, il Sud America, l’Australia e il Medio Oriente. Le rate lungo il trade Asia-Europa, ad esempio, sono diminuite del 15% rispetto alle vette di Gennaio.
Secondo Lynerlitica, i blocchi annunciati e messi in atto da Shanghai ridurranno ulteriormente le esportazioni dalla Cina verso l’Europa. Quella che stiamo attraversando, insomma, è una fase di contrazione della domanda di mercato, alimentata dalla scarsa fiducia dei consumatori e dalle inefficienze della produzione industriale cinese, messa sotto pressione dalle misure di lockdown prese dal Governo.
Per quanto evidenti, “i problemi di congestione di cui soffrono i porti europei non sono più in grado di sostenere da soli l’aumento delle tariffe di trasporto marittimo” scrive la società di analisi, secondo la quale le compagnie di navigazione si trovano oggi nella condizione di dover rivalutare le proprie strategie di mercato e i coefficienti di riempimento delle proprie navi. Anche i noli charter hanno interrotto la loro traiettoria crescente degli ultimi quattro mesi.
Il leggero calo delle tariffe di trasporto non contribuisce però ad alleviare una situazione di evidente difficoltà. La necessità, per caricatori ed operatori logistici, rimane quella di garantire la fornitura continua per far fronte a qualsiasi tipo di interruzione. Ma non è una impresa facile: «Il Covid sta di nuovo bloccando la supply chain mondiale» sottolinea Alice Arduini. «Ogni giorno peschiamo una carta “imprevisti” dal Monopoli».