E’ morto all’età di 88 anni Lorenzo Banchero, fondatore insieme a Umberto Costa dell’agenzia Marittima Banchero e Costa.
Nella sua biografia presente nel sito della fondazione del Cavalieri del lavoro si legge che il suo percorso professionale è iniziato in giovanissima età: nel 1949 ha interrompe gli studi e incomincia a lavorare come fattorino presso la Anchor Ltd di Genova. Poi anni di lavoro alla agenzia marittima Orion Srl ufficio noleggi navi. Nel 1961 diventa responsabile dell’ufficio noleggi alla Gastaldi & C., Genova.
Nel 1968 fonda assieme a Umberto Costa la Banchero & Costa Snc, avviando – inizialmente con 2 soli dipendenti – un’attività di brokeraggio marittimo per navi carico secco. Dopo qualche anno la società estende l’attività in altri settori della mediazione, quali la compravendita di navi di seconda mano e nuove costruzioni e poi nel brokeraggio di navi e carichi liquidi.
Nel 1972 prende forma l’ufficio studi e ricerche. Nel 1973 inizia l’attività di agenzia marittima. L’ingresso nel brokeraggio assicurativo avviene nel 1975 con la costituzione della Banchero Costa & C. Assicurazioni.
Nel 1981 la Banchero Costa Finanziaria SpA diventa la capogruppo. Alla fine degli anni Novanta inizia l’attività della Banchero Costa Finanziaria nel campo dei finanziamenti all’armamento.
Nel 1999 Umberto Costa lascia la partnership e Lorenzo Banchero acquisisce la totalità delle azioni. Segue poi l’ingresso nel settore dell’armamento e la costituzione della Mebship SpA nel 2005 con altri soci. Non manca l’attenzione al sociale. Da anni il gruppo dona risorse per la ricerca contro il cancro e la cura di bambini malati.
“Con Lorenzo Banchero se ne va uno degli ultimi giganti di quella “Grande Genova” del mare che era capace di consigliare, fornire servizi e creare affari in ogni angolo del Mondo, con uno stile e dei modi che hanno contraddistinto un’epoca” dichiara il managing director di ESA Group, Gian Enzo Duci. “Pochi altri come Lui (penso a Jack Clerici, Victor Uckmar, Franco Bonelli, Francesco Berlingieri, Mauro De André, Pier Luigi Ferrari…) hanno saputo segnare i confini di un modo di fare e intendere le cose, allo stesso tempo, antico e moderno, profondamente genovese e profondamente internazionale. Con loro, eravamo capitale, decentrata, ma capitale. Dopo e senza di loro, ė inutile far discorsi, siamo provincia”.