Interviste

Colloquio con Antonio Musso

Soldi buttati in mare

di Marco Casale

«La proroga di 12 mesi della convenzione a Tirrenia-Cin è insensata e devastante per gli equilibri economici dei trasporti verso la Sardegna», ad Antonio Musso proprio non vanno giù le ultime disposizioni del Decreto Legge appena approvato dal Consiglio dei Ministri.

L’amministratore delegato della Grendi Trasporti Marittimi, compagnia che ha un ruolo rilevante nella logistica dell’Isola, non ama passare da contestatore, ma non riesce nemmeno a capire perché «il Governo continui a sovvenzionare un operatore privato che ha servizi in concorrenza con altri privati, concedendogli una agevolazione significativa di 72 milioni di euro».

Per Musso la scelta appare discutibile: «La proroga, si legge nella bozza del DL, è motivata dal nuovo scenario venutosi a creare con l’emergenza-coronavirus. Si tratta però di una premessa concettualmente sbagliata. Se infatti il Governo avesse dovuto predisporre la gara alla naturale scadenza del contratto, ovvero a partire dal 18 luglio 2020, l’indagine preliminare di mercato alla nuova edizione del bando avrebbe avuto come dati di riferimento quelli del 2019, che, come noto, non sono stati impattati dal Coronavirus».

E poi «si è deciso sostenere un operatore che ha oggettive difficoltà economiche, come dimostra il fatto che non è riuscito a pagare le prime due rate della cosiddetta tranche differita del prezzo pattuito per la cessione di Tirrenia a CIN nel 2012».

Anche la scusa della continuità territoriale non regge: «Oggi i servizi essenziali di collegamento da e per le isole maggiori sono garantiti da una molteplicità di operatori privati, su tutte le tratte. Spero che la Commissione Europea intervenga. Altrimenti lo faremo noi: ci sono tutte le condizioni per eccepire l’illegittimità di un contributo che distorce chiaramente la concorrenza».

Il gruppo Grendi non ha sino ad oggi avuto bisogno di particolari aiuti per affrontare una situazione emergenziale che comunque ha impattato pesantemente sui traffici movimentati lungo le sue linee marittime: «Rispetto al 2019 abbiamo perso il 15% dei volumi movimentati via mare» afferma Musso, che ricorda lo sfortunato tempismo con cui la compagnia ha proceduto, a febbraio di quest’anno, a noleggiare una nuova nave per i collegamenti tra Marina di Carrara e Porto Torres, affiancandola alla “Rosa dei Venti”, che naviga invece sul collegamento tra la Toscana e Cagliari.

L’acquisizione in time charter della “Severine” è stata particolarmente pesante per le casse della società, che di lì a poco si è trovata a navigare nelle acque agitate della crisi economica innescata dal Covid-19: «Nessuno poteva prevedere l’imprevedibile – afferma Musso -, all’inizio di aprile siamo stati costretti a interrompere la linea su Porto Torres e a tenere in piedi la tratta tra Marina di Carrara e Cagliari, dove abbiamo piazzato 4 corse in luogo delle tre dell’anno precedente».

La società è riuscita comunque a tamponare le perdite grazie anche all’incremento del traffico container originato o diretto verso la Sardegna a seguito della chiusura del terminal Container di Cagliari, di proprietà di Contship: «Hapag Lloyd ha dirottato una parte del traffico sulla nostra tratta», ha spiegato l’ad di Grendi Trasporti.

Il gruppo è riuscito insomma a reggere l’urto dell’impatto, anche perché ha interessi variegati nel campo della logistica a terra, essendo specializzato nella raccolta e distribuzione di merce in tutto il Sud Italia e avendo magazzini di proprietà sparsi un po’ in tutto il Paese.  «Il servizio door to door, da magazzino a magazzino, è stato impattato dalla crisi, ma in misura minore rispetto a quanto registrato sul fronte del traffico marittimo. Abbiamo compensato il calo grazie all’acquisizione di due importanti clienti».

La situazione non è certo fiorente ma nemmeno così drammatica come lo è stata per le compagnie di trasporto passeggeri: «La versatilità dell’azienda ci ha consentito di parare i colpi. Ora speriamo in qualche timido segnale di ripresa, sappiamo però che l’estate sarà dura», conclude Musso, che pensa alla Sardegna e alle difficoltà economiche che gioco forza la Regione incontrerà nei mesi più caldi dell’anno: «Con le regole particolarmente stringenti previste per il contingentamento del Coronavirus sul trasporto aereo e marittimo, la presenza di turisti italiani nell’Isola sarà fortemente limitata».

Il rischio di un collasso economico è alto: «Qualcuno, con troppa leggerezza, afferma che l’Italia sta vedendo la luce in fondo al tunnel. Attenzione, potrebbe essere il faro di un treno che sta per investirci».

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