35 navi sono state costrette a prendere rotte nazionali e internazionali alternative giovedì a seguito dell’avvio delle esercitazioni militari dell’Esercito popolare di liberazione in sei aree di mare intorno a Taiwan, l’isola indipendente che la Cina rivendica come propria.
Al momento dell’inizio delle esercitazioni, decise da Pechino come ritorsione alla visita della speaker della Camera statunitense Nancy Pelosi all’isola, 17 navi in arrivo, e altre 18 in partenza, si trovavano nei sette porti commerciali internazionali di Taiwan.
Le navi cargo in entrata e in uscita dai porti di Keelung, Taipei e Kaohsiung sono state invitate ad utilizzare rotte alternative per evitare l’esercitazione.
L’escalation della tensione geopolitica tra la Cina e gli USA avrà sicuramente delle ripercussioni in una delle più importanti vie d’acqua del Pianeta. Secondo quanto risulta a Lloyds’ Intelligence, in media sono 240 le navi mercantili che ogni giorno nell’ultima settimana hanno attraversato l’area.