Focus

L'impatto del DPR 229/2023 sul traffico delle auto nuove

Targhe prova, la nuova norma danneggia Livorno

di Redazione

Aumentano a Livorno le preoccupazioni per gli effetti che l’introduzione del DPR sulle Targhe prova sta avendo sull’operatività e la tenuta occupazione dei terminal portuali e degli operatori logistici che svolgono nel porto attività connesse non solo con lo sbarco/imbarco di vetture nuove da immatricolare ma soprattutto con lo stesso afflusso/deflusso dalle aree portuali.

Il Decreto, risalente al 21 dicembre del 2023, è entrato in vigore il 29 febbraio scorso e va a semplificare il procedimento di autorizzazione alla circolazione di prova dei veicoli.

Tra le novità introdotte dal testo c’è la previsione che il numero di autorizzazioni alla circolazione di prova rilasciabili ad ogni titolare sia contingentato in ragione del numero di addetti dei quali dispone: una autorizzazione ogni cinque dipendenti e collaboratori. Se il numero di dipendenti e collaboratori è inferiore a cinque, è comunque rilasciata una sola autorizzazione.

“Fino ad oggi il problema non si è posto per il semplice fatto che le imprese specializzate nella movimentazione delle auto avevano una sufficiente disponibilità di targhe prova” spiega a Port News il segretario generale Filt-Cgil di Livorno, Giuseppe Gucciardo, che sottolinea come il Sindacato si fosse mosso tempestivamente sulla questione, inviando una lettera alla Prefettura il 3 aprile scorso.

“Il problema è stato sottovalutato” aggiunge Gucciardo. “Oggi le vecchie targhe prova sono di fatto scadute e quelle nuove si possono avere in numero purtroppo insufficiente rispetto alle effettive esigenze di movimentazione”.

Le conseguenze per il porto sono di natura prima di tutto occupazionale: “Prendiamo il caso di una impresa specializzata nella movimentazione delle auto nuove che abbia 40 dipendenti, di cui quattro amministrativi. Se fino a poco tempo fa quell’impresa avrebbe potuto usare tutti i suoi lavoratori operativi, distribuendoli su quattro pulmini e facendoli lavorare su due turni, oggi, con le nuove disposizioni, su un totale di 40 unità sarebbero soltanto otto i manovratori abilitati a spostare le auto da A a B”.

Ci sono poi delle ripercussioni anche sulla operatività del porto: “I piazzali rischiano di essere letteralmente intasati di auto nuove che non possono essere spostate per la mancanza delle targhe prova” avverte il segretario generale della Filt-CGIL, che aggiunge: “La tendenza a integrare la filiera eliminerebbe chiaramente anche le distorsioni del quadro normativo, favorendo quei soggetti che abbiano la capacità di instradare direttamente le auto da banchina a luogo di destinazione attraverso le bisarche, ma non tutti ne hanno la capacità”.

Gucciardo pensa al Terminal Darsena Toscsana di Grimaldi: “TDT, ad esempio, è ben organizzato ed è ben collegato alla superstrada: se ne deduce che le bisarche in partenza dal porto non devono transitare dalla città, come accade ad esempio per quelle realtà che operano sul Terminal Leonardo Da Vinci”.

Va poi detto che per l’instradamento delle auto su bisarca occorrono notevoli capacità organizzative: “Servono piazzali da tenere liberi a lungo per queste esigenze e occorrono piazzalisti bravi che sappiano provvedere ad instradare le auto sulla base delle aree geografiche di destinazione. Con il calo dei container, TDT ha chiaramente disponibilità di spazi da adibite alla temporanea sosta delle auto. Altri operatori non godono dello stesso vantaggio competitivo”.

Per il sindacalista vanno trovate delle soluzioni e per questo motivo occorre il coinvolgimento di tutte le istituzioni, a cominciare dall’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale. Che nei giorni scorsi ha inviato una missiva al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con la richiesta di una modifica del DPR.

“Annualmente vengono movimentati non meno di 500.000 autoveicoli attraverso le banchine livornesi e questi vengono poi trasferiti presso terminal retro portuali per la loro sosta in attesa di distribuzione ai concessionari nazionali ed internazionali” afferma il segretario generale dell’Ente portuale, Matteo Paroli, che sottolinea come sia diventata ormai attività plurigiornaleiera quella operata dai terminalisti e dagli operatori logistici, per lo spostamento di vetture da aree portuali a quelle retro portuali, così da decongestionare le banchine e rendere spazi in porto sempre liberi e disponibili per nuovi sbarchi e quindi altre navi.

“Tali attività sono per la maggior parte svolte tramite cooperative e società che si incaricano di navettare (guidare con targhe prova)  le vetture fra le diverse aree assicurando così un costante e consistente flusso di trasferimenti che non potrebbero essere, allo stato dei fatti e per lunga esperienza operativa maturata, movimentate con pari efficacia ed efficienza dalle bisarche (camion specializzati nel trasporto di vetture)” aggiunge Paroli.

Il segretario generale precisa che la capacità di   trasferimento tramite targhe prova e’ molto superiore a quella delle bisarche, che rimangono efficienti nel trasporto da aree retro portuali a concessionarie e molto meno nei trasporti portuali.

Nel caso di Livorno, le società di navettamento tramite targhe prova sono cinque con un numero targhe prova pari a quasi 140. Il numero complessivo dei dipendenti delle stesse è poco superiore alle 100 unità pressoché dedicate solo a questa attività.

Paroli però avverte: “L’eventuale crisi o congestione del settore movimentazione auto in porto può coinvolgere, a cascata, altre imprese operanti in regime di autorizzazione ai sensi dell’art. 16 della Legge 84/1994 o autorizzate ai sensi dell’art. 68 del Codice della Navigazione, con gravi ricadute occupazionali su oltre 150 dipendenti diretti di settore”

Per questo motivo, l’AdSP si è mossa per chiedere subito una modifica del DPR: “Abbiamo scritto al MIT e siamo sicuri che il Dicastero si attiverà quanto prima per risolvere il problema”.